Simone Micocci - 12 marzo 2019
Nuova rivalutazione pensioni: l’Inps annuncia trattenute nell’assegno di maggio
Pensioni: per effetto della nuova perequazione nel mese di maggio ci potrebbero essere delle trattenute sul cedolino. Ma solo per chi percepisce una pensione di importo superiore ai 2.000€.
La Legge di Bilancio 2019 ha modificato le regole per la perequazione delle pensioni, prevedendo delle percentuali più basse per gli assegni superiori ai 2.000€ lordi.
Tuttavia, il 1° gennaio scorso le pensioni sono state rivalutate utilizzando le percentuali del 2000, visto che i nuovi parametri non erano entrati ancora in vigore; ecco perché il prossimo mese verrà effettuato il conguaglio delle pensioni, così da vedere chi ha percepito più di quanto avrebbe dovuto.
A tal proposito l’Inps ha pronte le lettere che il prossimo mese invierà a circa 1 milione di pensionati con le quali comunicherà il conguaglio della perequazione secondo i nuovi parametri; nel mese di maggio, invece, saranno trattenute dal cedolino della pensione le somme che in questi mesi sono state accreditate per effetto del trattamento di maggior favore.
In ogni caso il conguaglio interesserà solamente le pensioni di importo superiore ai 2.000€; per chi invece ha la pensione compresa tra i 1.500€ e i 2.000€ lordi ci sarà persino un accredito visto che le nuove regole per la perequazione delle pensioni sono più favorevoli delle precedenti.
Si tratta comunque di trattenute e di accrediti di pochi euro per ogni mese, visto che - come vedremo di seguito - gli effetti del conguaglio sono minimi.
Nuova rivalutazione delle pensioni: cosa cambia
Per capire il valore delle trattenute sulle pensioni che interverrà nel mese di maggio, nonché per farsi un’idea di chi sarà interessato da questa manovra, dobbiamo fare un passo indietro e tornare al 1° gennaio scorso.
In questa data è intervenuta la perequazione delle pensioni, per un tasso di rivalutazione dell’1,1%. A beneficiare della rivalutazione piena, però, sono stati solamente gli assegni di valore pari o inferiore a tre volte il trattamento minimo della pensione, ossia 1.522,26€ lordi.
Per gli assegni compresi tra le tre e le cinque volte (2.537,10€) il trattamento minimo, invece, la rivalutazione è stata al 90% del tasso previsto, ossia allo 0,99%. Infine, secondo quanto previsto dalla circolare 122 del 27 dicembre scorso, per gli assegni di importi superiori a cinque volte il trattamento minimo la rivalutazione è stata al 75%, pari allo 0,825%.
Questi parametri però nel frattempo erano stati modificati dalla Legge di Bilancio 2019, con il quale sono state introdotte delle regole più restrittive per gli assegni d’oro. Nel dettaglio, la manovra finanziaria ha sostituito le vecchie percentuali con le seguenti:
- assegni entro tre volte il trattamento minimo (1.522,26€): rivalutazione al 100% dell’1,1%;
- assegni tra le tre (1.522,27€) e le quattro volte (2.029,68€): rivalutazione al 97%, ossia dell’1,06%;
- assegni tra le quattro (2.029,69€) e le cinque volte (2.523,10€) il trattamento minimo: rivalutazione al 77%, ossia allo 0,84%;
- assegni tra le cinque (2.537,11€) e la sei volte (3.044,52€) il trattamento minimo: rivalutazione al 52%, ossia allo 0,57%;
- assegni tra le sei (3.044,53€) e le otto volte (4.059,36€) il trattamento minimo: rivalutazione al 47%, ossia allo 0,51%;
- assegni tra le otto (4.059,37€) e le nove volte (4.566,78€) il trattamento minimo: rivalutazione al 45%, ossia allo 0,49%;
- assegni oltre le nove volte (4.566,79€) il trattamento minimo: rivalutazione al 40%, ossia allo 0,44%.
Queste percentuali sono in vigore da gennaio 2019, ma si applicheranno solamente dal prossimo mese quando appunto ci sarà il conguaglio con il quale verrà effettuato un ricalcolo e verrà fatta chiarezza su quanto hanno percepito in più questi pensionati.
Come potete notare non ci sono differenze per chi ha una pensione inferiore ai 1.522,27€, visto che questi continuano a beneficiare di una perequazione all’1,1%.
Più favorevole invece il trattamento per coloro che hanno una pensione compresa tra i 1.522,27€ e i 2.029,69€, visto che questi hanno diritto ad una rivalutazione delle pensioni dell’1,06% e non dello 0,99% come previsto dalle vecchie regole. Si tratta comunque di pochi euro, ossia di uno 0,07% dell’importo mensile.
Regole più svantaggiose, invece, per i pensionati che percepiscono un assegno superiore ai 2.029,69€; nel peggiore dei casi, per gli assegni d’oro superiori ai 4.566,79€ sarà trattenuto uno 0,31% per ogni mese, rispettivamente per gennaio, febbraio e marzo.
Gli importi saranno trattenuti dall’Inps automaticamente nel cedolino di maggio, ma prima l’Inps invierà una circolare agli interessati; in ogni caso non scoraggiatevi, perché come anticipato - ma potrete rendervene conto personalmente effettuando un rapido calcolo in base alla fascia di reddito di appartenenza - si tratta di importi minimi che non andranno ad intaccare il valore della pensione.
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