Aurora Marinaro - 26 giugno 2024
Marina militare, indennità di sede disagiata al personale di Ca’ Moncelo e Porto Santo Stefano
Indennità di sede disagiata sottratta ai militari per la diversa ubicazione del Comando, il sindacato Sim Marina ne ottiene il ripristino.
Proprio in questi giorni è stata pagata l’indennità di sede disagiata al personale del 3° reggimento di stanza a Ca’ Moncelo (Aulla) e a Porto Santo Stefano (La Maddalena), al quale è stata ripristinata in seguito all’intervento del SIM Marina. Il personale, a causa di un’interpretazione eccessivamente restrittiva della norma che regola l’indennità, aveva infatti subito l’interruzione immediata del trattamento e in alcuni casi finanche l’addebito delle somme già percepite.
Il dialogo intrattenuto tra il sindacato della Marina Militare e lo Stato Maggiore ha permesso di scoprire una soluzione più adeguata, innanzitutto per i diritti del personale, ma anche rispetto all’intento della normativa, che sarebbe altrimenti restato inapplicato.
Indennità di sede disagiata, pagamenti e rimborsi per la Marina
Come anticipato, il personale del 3° reggimento di stanza a Ca’ Moncelo (Aulla) e a Porto Santo Stefano (La Maddalena) ha ricevuto il pagamento dell’indennità di sede disagiata. Non solo, il SIM Marina si è attivato affinché comincino a essere accreditati i rimborsi per le somme che i militari hanno dovuto restituire e i pagamenti degli arretrati per i periodi di interruzione.
Ma cosa è successo esattamente? Bisogna chiarire che non c’è stata una mancanza di volontà nella corresponsione di questo trattamento al personale in oggetto, quanto più un problema di natura burocratica e interpretativa, che ha infatti richiesto molto lavoro per la risoluzione.
Il personale che presta servizio presso il Comando nelle sedi indicate, riconosciute per l’appunto come sedi disagiate, ha diritto alla relativa indennità, che infatti percepisce debitamente. Il problema è invece sorto per i militari che si occupano di sicurezza e vigilanza (come il battaglione San Marco), che sono formalmente dipendenti da un Comando che è ubicato in altro luogo.
Il personale, essendo ufficialmente subordinato a un Comando che non si trova in una sede disagiata, ha quindi subito l’interruzione del trattamento, nonostante lavori a fianco a fianco con i militari dipendenti dai Comandi delle sedi, nello stesso sito disagiato. È per questo motivo che si parla di interpretazione eccessivamente restrittiva della norma e, soprattutto, di intento della stessa.
Ovviamente l’indennità di sede disagiata è pensata proprio per i militari che per ragioni di servizio sono impiegati presso le suddette località, caratterizzate da molte difficoltà. Si tratta perlopiù di zone isolate, con oggettive impossibilità di ottenere adeguati alloggi, mezzi di trasporto e così via. Per esempio, la sede di Santo Stefano si trova nell’arcipelago La Maddalena, una bellezza intramontabile della Sardegna ma con effettive criticità logistiche.
La normativa fa riferimento alla sede dei Comandi, da cui l’interpretazione che ha dato il via all’interruzione dell’indennità. È però evidente che la ratio dell’indennità di sede disagiata mira a compensare i lavoratori per le condizioni del luogo in cui prestano servizio, non in via generale in base all’ubicazione del Comando.
Ed è proprio su questo punto che l’intervento del sindacato ha permesso di ripristinare un regolamento maggiormente realistico e giusto, facendo riferimento ai diritti dei lavoratori e all’eliminazione della disuguaglianza che si era venuta a creare, ma anche dal punto di vista giuridico.
In seguito alle segnalazioni dei colleghi, il SIM Marina ha evidenziato la suddetta problematica direttamente al 1° Reparto dello Stato Maggiore della Marina Militare e all’Ufficio Generale Amministrativo, riuscendo per l’appunto a ottenere una risoluzione. Secondo il sindacato, il successo si deve “all’ascolto delle problematiche, alla conoscenza delle norme e alla capacità di rapportarsi con gli uffici interessati” nonché al “saper instaurare confronti assertivi e schietti”.
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