Marina Militare, candidati e personale in diminuzione, cosa sta succedendo?

Marina Militare, candidati e personale in diminuzione, cosa sta succedendo?

Secondo i dati di SIM Marina, non solo i candidati sono sempre meno, ma anche tanti professionisti stanno lasciando il corpo per altre strade. Ecco cosa sta succedendo.

Da tempo le Forze Armate lamentano lo scarso riconoscimento sociale, economico e professionale per il loro impegno e sacrificio. Un problema vasto, che oltre a danneggiare il benessere psicofisico dei militari stessi si riflette inevitabilmente sull’intera Forza Armata e anche sul suo futuro. In particolare, per quanto riguarda la Marina Militare, la cartina tornasole di questo malessere generale sono i bandi di concorso, nei quali i candidati iniziano a essere persino meno dei posti offerti. Un dato sconcertante, che riflette accuratamente la disaffezione di tanti giovani cittadini rispetto alla professione militare.

In tal proposito, SIM Marina ha scritto al Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, sollecitando un’indagine per comprendere le cause di questo fenomeno, compresa la crescente domanda di trasferimento a servizio civile, e risolvere il problema alla radice garantendo ai militari migliori condizioni di lavoro, incentivando al contempo un ritorno a quell’attrattiva rispetto alla Forza Armata che ha da sempre coinvolto tanti cittadini.

Scoraggiamento e demotivazione dietro la carenza di organico della Marina Militare

Come anticipato, SIM Marina si è rivolta al Capo di Stato Maggiore per approfondire l’analisi delle problematiche che affliggono il corpo, prima fra tutte la contrazione dell’organico. Nel dettaglio, sono stati richiesti dati oggettivi per poter misurare in modo preciso, concreto e indiscutibile quali sono i segnali di maggior sofferenza e i passaggi in cui il personale incontra ostacoli. Il sindacato ha dunque chiesto i seguenti dati, sia per il personale della Marina Militare che per quello della Guardia Costiera:

  • numero di istanze avanzate e non accordate ai sensi della legge 104/92;
  • quantità di beneficiari di permessi e congedi ai sensi della legge 104/92;
  • istanze avanzate per la genitorialità;
  • numero di giorni di convalescenza;
  • giorni di convalescenza in seguito a infortuni sul lavoro;
  • quantità di personale passato all’impiego civile;
  • dimissioni;
  • richieste di conferimento con i vertici;
  • personale che ha perso l’idoneità alle attività operative, principalmente per l’imbarco o il volo.

Il sindacato considera infatti che l’uso di molti strumenti garantiti dalla legge ai militari in qualità di lavoratori per tutelarli e agevolarli in particolari situazioni (come l’assistenza di un familiare disabile) sembra contrastato da un approccio “dissuasivo-punitivo”, in cui la concessione della richiesta comporta conseguenze professionali sulla carriera del militare. Un aspetto non positivo per nessuna posizione lavorativa, ma tanto più grave per chi come i militari fa di principi e solidi ideali la propria missione.

Queste condizioni non fanno che scoraggiare il personale già in servizio, con un senso di insoddisfazione che permea senza distinzioni di grado o ruolo, generando un passaparola estremamente negativo e scoraggiante che potrebbe spiegare almeno in parte la difficoltà di rimpolpare l’organico e la vera e propria fuga di professionisti, come i medici.

Per questo, SIM Marina ha richiesto anche i dati relativi ai bandi di concorso, che soffrono una carenza di candidati nell’ultimo periodo ma in genere anche una minor priorità e attrattiva nei confronti della Forza Armata. Secondo le constatazioni del sindacato, che comunque attende i dati relativi agli ultimi 5 anni per un’analisi certa e approfondita, non mancano giovani idonei che preferiscono altri corpi in luogo della Marina Militare.

Bisogna quindi appurare le cause di questo fenomeno e intervenire in modo concreto per motivare i lavoratori anziché scoraggiarli, lavorando sul ripristino di un ambiente professionale equo e sereno, in cui i diritti da cittadini vengono rispettati e difesi. Per questa ragione, il sindacato si è detto aperto al dialogo e senza alcuna intenzione di incrementare il contenzioso tra i militari e l’Amministrazione bensì con l’intento di trattare della questione con trasparenza e trovando delle soluzioni proficue per tutti. La speranza, oltre della giusta dignità ai lavoratori, è ovviamente anche quella di far splendere nuovamente l’onore del corpo accrescendo gli equipaggi.

Leggi anche: Forze Armate, migranti arruolati in cambio della cittadinanza: a rischio i valori dei militari