Guido Scavazzin - 29 agosto 2024
Itamil risponde al Generale Rossi: "Non prendiamo consigli"
Il sindacato Itamil risponde alla posizione espressa dal Generale Rossi nel confronto con le APCSM organizzato da ForzeItaliane.it.
Nei giorni scorsi la redazione di ForzeItaliane.it ha organizzato una conferenza a cui hanno preso parte le principali Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, oltre a due massimi esperti considerati vista la loro assoluta esperienza e prestigio, assolutamente super partes: Nicola De Marinis, magistrato della Corte di Cassazione nella sezione lavoro, ma anche docente universitario e autore di più di 150 pubblicazioni scientifiche in materia di diritto del lavoro sindacale e Domenico Rossi, generale di Corpo d’armata dell’Esercito Italiano, Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito, Presidente del Cocer Interforze al 10° mandato.
Ogni sindacato ha avuto lo stesso tempo per esprimere le proprie posizioni, ognuno ha risposto alle stesse domande. E ognuno era stato informato diversi giorni prima rispetto a chi era presente e alle modalità del confronto.
Per questo motivo non possiamo accettare le accuse mosse da alcuni sindacati in merito alla non correttezza dell’incontro.
Nonostante questa premessa doverosa, al fine di garantire un contraddittorio, diamo spazio alla risposta del sindacato Itamil in merito a quanto illustrato dal Generale Rossi (il suo intervento è riassunto qui).
Per evitare qualsiasi distorsione riportiamo il comunicato così come ci è arrivato:
Nel mese di agosto, si è tenuto un confronto tematico organizzato da forzeitaliane.it, che ha visto la partecipazione di diverse sigle sindacali della rete sindacale ASPI ed altre.
Tra i partecipanti, il Consigliere del Ministro della Difesa l’On. Domenico Rossi (in veste di già presidente del Cocer X°mandato), secondo il nostro punto di vista l’evento, che avrebbe dovuto concentrarsi sulle problematiche reali affrontate dai militari connesso al rinnovo del contratto di lavoro 2022-24, ha invece assunto dei lineamenti di esclusiva "critica" delle sigle che sono rimaste sedute al tavolo della non contrattazione rispetto alla posizione di ITAMIL unica sigla che ha interrotto la partecipazione alle riunioni in funzione pubblica, in attesa di incrementi delle scarse risorse attualmente stanziate.
Durante l’incontro, l’On. Generale Domenico Rossi (secondo quanto riportato sul sito forzeitaliane.it) ha elargito consigli non richiesti su come comportarsi nella contrattazione suggerendo di non abbandonare mai il tavolo delle trattative.
Nel contempo nulla egli pur essendo vicino al Ministro della Difesa ha proferito in merito alla necessità di più risorse economiche per un contratto dignitoso.
Si è avuta la sensazione che questo argomento (lo stanziamento di 85 euro netti al mese di incremento dal 2024, la restituzione della vacanza contrattuale di 80 euro circa pagata a dicembre 2023, lo zero euro previsto come arretrati anno 2022 e 2023 ecc.) erano argomenti da non toccare.
Il Sindacato Itamil Esercito ritiene che questi suggerimenti siano anacronistiche e prive di sostanza, soprattutto quando si citano organismi come defunti come il Cocer.
È inaccettabile secondo il nostro punto di vista che il Consigliere del Ministro della Difesa faccia la morale sull’abbandono dei lavori in funzione pubblica verso un libero sindacato come ITAMIL.
Omettendo di menzionare la mancanza di risorse e la frettolosa accelerazione delle trattative sindacali per firmare.
Tutto senza adeguate tutele che con l’attuale governo tardano ad arrivare anzi arrivano frettolosamente le censure oppure i richiami.
È infatti noto che le risorse stanziate per il rinnovo del contratto sono insufficienti, non solo per gli stipendi ma anche per affrontare tematiche cruciali come il pendolarismo e il ricongiungimento familiare, straordinari, indennità.
L’esempio sulla "specificità" fornito dall’On. Rossi appare fantasioso ma preoccupante se viene da un consigliere del ministro della difesa (più doveri e sempre meno diritti?) e probabilmente anticostituzionale in riferimento agli articoli 21 e 52 della Costituzione.
I diritti dei militari non devono e non possono essere ridotti in nome di una specificità che già ci contraddistingue dal momento del giuramento e che è solo doveri e nessun vero diritto.
Dal punto di vista economico, vediamo settori non specifici della pubblica amministrazione avere aumenti mirati nel frattempo le FFAA sono a bocca asciutta, anzi arida.
Ci è bastata e non vogliamo ripetere la specificità dell’una tantum ed il blocco degli avanzamenti economici di cui i militari hanno un orribile ricordo, mentre altri settori non specifici della Pubblica amministrazione lo hanno aggirato il Comparto difesa e sicurezza ha lasciato sul tavolo oltre 3 miliardi di euro di stipendi del personale.
Il Sindacato Itamil Esercito continuerà a criticare apertamente le risorse inadeguate messe a disposizione dal governo e la mancanza di azioni concrete, nonostante le parole di elogio rivolte ai militari.
ITAMIL Esercito è veramente incredula dal clima e dalle azioni (tutte documentate) che mirano ad ammorbidire o evitare la difesa nel rispetto della nostra costituzione, delle convenzioni internazionali per tutelare i diritti dei nostri colleghi.
ITAMIL Esercito sarà sempre al fianco degli ultimi e di chi è in difficoltà.
La verità e la giustizia trionferanno.
La nostra battaglia è appena iniziata, e non ci fermeremo finché non vedremo un reale cambiamento nel rispetto della nostra amata costituzione.
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