Forze dell’ordine e omosessualità: il rapporto con le istituzioni

Forze dell'ordine e omosessualità: il rapporto con le istituzioni

Gli uomini e le donne gay in divisa, spesso mantengono segreto il loro orientamento sessuale, il messaggio che promana dal Ministero dell’Interno non è prettamente inclusivo.

Forze dell’ordine e omosessualità, un binomio che tutt’ora suscita scalpore.

In media gli appartenenti alle forze dell’ordine dichiaratamente gay si attestano in una percentuale compresa tra il 5 e il 10%, media peraltro conforme a quella che si registra all’interno della popolazione civile.

Il coming out, dichiarare apertamente il proprio orientamento sessuale, fa però ancora paura agli uomini e le donne in uniforme. Dalle istituzioni, inoltre, si registra un atteggiamento non prettamente inclusivo.

L’associazione

Esiste un’associazione, Polis Aperta, in cui sono riuniti tutti gli apparenti alle forze dell’ordine dichiaratamente omosessuali, che si propone di tutelarne i diritti e che vuole sconfiggere la paura della discriminazione.

Subire un blocco nell’avanzamento della carriera è infatti la fobia più comune, che spinge i gay in divisa a mantenere segreto il loro orientamento sessuale. L’associazione dal 2005, anno in cui è nata, organizza iniziative e manifestazioni volte a perseguire gli obiettivi cui è preposta.

La vicenda

Di recente Polis Aperta ha lanciato una campagna social "se non mi nascondo lavoro meglio #identitàindisa", in cui è prevista la condivisione di immagini che spingano a non nascondere la propria identità sessuale sul luogo di lavoro.

Alcune delle foto erano soggette ad autorizzazione da parte del Ministero dell’Interno, autorizzazione che è stata negata. Secondo quanto si può leggere sulla pagina Facebook di Polis Aperta, le foto erano innocue e non lesive dell’immagine della Polizia di Stato, inoltre l’autorizzazione è stata negata sic et simpliciter, senza spiegazione.

L’interrogazione parlamentare

L’episodio ha condotto Scalfarotto, Deputato del Pd, a presentare un’interrogazione parlamentare rivolta a Matteo Salvini, Ministro dell’Interno e Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio.

Scalfarotto, sentito da Gay news ha rilasciato dichiarazioni che non lasciano adito a fraintendimenti, affermando:

"Non stupisce che nel Ministero di Matteo Salvini, oltre al razzismo si faccia strada l’omofobia, altra forma di discriminazione. In tutto il mondo occidentale è un dato acquisito che ci siano persone Lgbt nelle forze dell’ordine, persone che servono il proprio paese con la stessa abnegazione e professionalità dei loro colleghi. Provare a cancellare la loro esistenza è la forma più subdola, ma non meno violenta di negare la loro identità e provare a instaurare un clima di paura e intimidazione".

Argomenti correlati: Polizia di Stato