Forze Armate, esonero dal turno notturno anche se la disabilità non è grave

Forze Armate, esonero dal turno notturno anche se la disabilità non è grave

Con la vittoria di ASPMI, il Tar Piemonte riconosce l’esonero dal lavoro notturno ai lavoratori delle Forze Armate che assistono familiari con disabilità, anche se non grave.

Il Tar del Piemonte ha riconosciuto che l’esenzione dal turno notturno per il personale delle Forze Armate che si prende cura di familiari con disabilità non dipende dalla gravità dell’handicap, uniformandosi al recente orientamento della Corte di Cassazione e applicandolo anche al personale dell’Esercito Italiano, così come richiesto dall’Associazione sindacale professionisti militari (ASPMI).

La Cassazione, con l’ordinanza n. 12649/2023, ha infatti ridefinito l’esenzione dalla turnazione notturna per i lavoratori del settore privato con carichi di cura verso un familiare disabile ai sensi della legge n. 104/1992.

La sentenza del Tar del Piemonte si configura quindi come un importante precedente giurisprudenziale, volto all’appianamento delle disparità di trattamento tra soggetti con disabilità, permettendo ai loro familiari appartenenti all’Esercito Italiano - e per analogia alle intere Forze Armate - di accedere all’esonero dalla turnazione notturna.

Esonero dal turno notturno, la sentenza del Tar Piemonte

Il Tar Piemonte con la sentenza del 2 marzo 2024 ha esteso il recente principio sancito dalla Corte di Cassazione anche al personale delle Forze Armate, costituendo ad oggi un precedente innovativo e all’insegna dell’uguaglianza. In particolare, il Tribunale si è pronunciato sul ricorso di un militare, sostenuto dall’Associazione sindacale professionisti militari (ASPMI) e rappresentato in giudizio dall’avvocato Maria Immacolata Amoroso.

Nella causa si contestava il rigetto dell’istanza di esonero dalla turnazione notturna, richiesta fondata sull’invalidità del coniuge del ricorrente, ma non ritenuta idonea dal Ministero della Difesa in quanto mancante del requisito di “invalidità grave”. Un requisito che la giurisprudenza amministrativa non può invece considerare come necessario, considerando che la tutela dei soggetti con disabilità trova fondamento nella Costituzione e non ammette disparità di trattamento.

Bisogna oltretutto considerare che il decreto legislativo n. 151/2001, che appunto disciplina i casi di esonero dal lavoro notturno in conseguenza ai carichi di cura nei confronti di familiari disabili, non distingue tra invalidità grave e invalidità non grave. Il Tribunale Amministrativo Regionale conferma che il rispetto della legge n. 104/1992 è l’unica condizione affinché il lavoratore caregiver abbia diritto al beneficio, uniformandosi alla citata ordinanza della Corte di Cassazione.

L’esenzione, sinora concessa ai dipendenti pubblici soltanto quando rispettato il requisito di “gravità”, viene così allargata a tutti i lavoratori che si prendono cura di familiari invalidi. Questa sentenza si configura come un precedente fondamentale, soprattutto per i militari, che hanno finora sopportato un’applicazione decisamente restrittiva e iniqua dell’esenzione. Sul rilievo di questa sentenza, anche il commento dell’avvocato Maria Immacolata Amoroso, che ha rappresentato il ricorrente:

La sentenza costituisce un precedente fondamentale che ribalta l’orientamento consolidato in materia, nella misura in cui afferma che il diritto all’esenzione dai turni notturni spetti anche ai familiari di coloro i quali abbiano un handicap non connotato da gravità, quando il richiedente sia un appartenente alle forze armate.
Ed infatti, premesso che non si poneva problema circa la possibilità di chiedere l’esenzione per i dipendenti pubblici contrattualizzati, la giurisprudenza amministrativa concedeva il beneficio per il solo caso in cui il disabile avesse un handicap grave.
Conclusivamente la sentenza fa chiarezza ed è un passo avanti verso la eliminazione di ogni disparità di trattamento fra soggetti invalidi in collegamento con il regime di impiego del dipendente che richiede il beneficio.

Il ricorso colma una lacuna normativa per le Forze Armate

Il principio secondo cui l’esenzione dalla turnazione notturna spetti ai lavoratori indipendentemente dalla gravità dell’handicap, purché sussista una relazione di assistenza con il familiare invalido, muove in realtà dalla Corte di Cassazione. Quest’ultima, però, nell’ordinanza n, 12649/2023 si è espressa per quanto riguarda il settore privato.

Di conseguenza, per i lavoratori del settore pubblico la questione è rimasta incerta, senza alcuna garanzia di estensione del medesimo principio. Con la sentenza del Tar Piemonte si ha finalmente un precedente nella giurisprudenza amministrativa, che si deve al ricorso promosso da ASPMI. L’Associazione sindacale professionisti militari ha infatti agito in modo mirato, in primo luogo per tutelare il proprio tesserato - a cui ricordiamo era stato negato l’esonero - finendo però per promuovere un cambiamento che si ripercuoterà su vasta scala.

Il rigetto dell’istanza di esonero del ricorrente è stato infatti annullato, ma bisogna evidenziare che la sentenza del Tar non lascia spazio a fraintendimenti, con un’interpretazione ben precisa senza dubbio destinata a ripercuotersi non solo sul personale dell’Esercito Italiano e poi delle altre Forze Armate, ma sull’intero settore pubblico, finora mancante di specifiche disposizioni. I giudici amministrativi hanno infatti chiarito la questione in modo puntuale, ricordando che il requisito di “gravità” della disabilità non è affatto menzionato dalla legge, come peraltro già ricordato dalla Corte di Cassazione.

È quindi ragionevole attendersi che il criterio interpretativo fornito dal Tar Piemonte si rifletta nella valutazione delle istanze sul congedo dal lavoro notturno, considerando la forte possibilità che eventuali ricorsi si omologeranno a questa analisi, in applicazione del principio di uguaglianza costituzionalmente garantito.

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