Aurora Marinaro - 27 agosto 2024
Esercito, la controversia tra Itamil e lo SME: la libertà sindacale nelle Forze Armate
La controversia tra Itamil e lo Stato Maggiore dell’Esercito: violata la neutralità delle Forze Armate o tentativo di censura?
La nascita delle Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari rappresenta un momento fondamentale per la tutela dei diritti del personale delle Forze Armate, ma è ancora talmente recente che gli equilibri sono decisamente instabili. L’incontro tra l’azione sindacale in difesa dei lavoratori e i doveri dei militari, anche nei confronti delle istituzioni, non è cosa semplice e le vicende di questi giorni ce lo ricordano.
È infatti sorta una spiacevole controversia tra il sindacato Itamil Esercito e lo Stato Maggiore dell’Esercito, avente ad oggetto due comunicati stampa diffusi dall’Associazione sindacale. Quest’ultima accusa l’amministrazione di voler mettere un bavaglio alla libertà sindacale, avvertendo il richiamo dello SME come un tentativo di censura. Lo Stato Maggiore dell’Esercito ha infatti criticato il sindacato per il contenuto dei comunicati, sostenendo che non siano conformi alle competenze delle APCSM e al principio di neutralità che regola le Forze Armate.
Censura o contengo militare? Il caso di Itamil
Lo Stato Maggiore dell’Esercito ha inviato una lettera a Itamil contestando le espressioni utilizzate nei comunicati stampa diffusi nei rispettivi articoli del sito web del sindacato: “Alzare le barricate al dialogo con lo Stato Maggiore dell’Esercito” e “Perché ITAMIL ESERCITO non firmerà il contratto”, rispettivamente del 26 giugno e del 16 luglio.
Nel primo articolo il sindacato lamenta “l’indifferenza del governo”, “le insidie dell’amministrazione”, da cui si sente ignorato, e le azioni (giudicate controproducenti) delle altre sigle sindacali militari. Nel secondo articolo, come si evince dal titolo, Itamil spiega le motivazioni dietro l’abbandono del tavolo contrattuale. In questa occasione il sindacato denuncia il trattamento economico indecoroso a cui è sottoposto il personale, spendendo dure parole contro l’agire del ministro della Difesa, accusato di non interessarsi del benessere del personale, proprio come “i vertici militari passati”.
Lo Stato Maggiore dell’Esercito non ha apprezzato il tono, chiedendo di contenere la “sovraesposizione mediatica” della Forza Armata e soprattutto invitando la sigla a utilizzare una dialettica più confacente ai principi militari quando si rivolge a un’autorità politica. Itamil non ritiene affatto di aver oltrepassato questi limiti, difendendo il diritto di critica e il dovere di informare il pubblico su importanti problemi che affliggono il personale militare, trattando anche di sicurezza sul lavoro, tutela della salute e retribuzione.
Anche quando prendono parte a un’Associazione sindacale i militari rappresentano la Forza Armata e, più in generale, l’istituzione. Per questo motivo la libertà sindacale, che va preservata e difesa, non può offrire spazi di sconfinamento di un certo decoro e rispetto pretesi dai militari. D’altro canto, è importante trovare un equilibrio tra questo aspetto e la tutela dei lavoratori, evitando che il ruolo dei militari impedisca loro di difendere i propri diritti e interessi.
Il Segretario generale di Itamil, Girolamo Foti, ha espresso forti preoccupazioni riguardo a questa vicenda, rivendicando la libertà sindacale e accusando questo rimprovero come un tentativo di censura inaccettabile. Il sindacato chiede quindi che l’intepretazione della legge 46/2022 non venga strumentalizzata per “delegittimare, imporre, censurare e limitare la nostra legittima azione sindacale”.
Questa controversia apre molti interrogativi sull’attività sindacale per l’Esercito Italiano e di pari passo per le altre Forze Armate, che condividono analoghi doveri rispetto al giuramento prestato. Al di là delle posizioni fortemente contrapposte, è impossibile negare che ad oggi manca ancora la ricerca di un bilanciamento soddisfacente tra i vari elementi in gioco.
Il sindacato concorda, richiamando l’attenzione sulla tutela dei militari e negando fortemente di aver violato i doveri richiesti agli appartenenti dell’Esercito Italiano. Anche nell’ambito della legittima attività sindacale non è stata messa alcuna ombra sulla reputazione della Forza Armata e ogni comunicazione è stata ponderata nel pieno rispetto della normativa di riferimento, ci ha precisato il Segretario generale Girolamo Foti.
Difatti, ecco la risposta di Itamil alle contestazioni legali mosse dalla lettera dello SME:
Dopo un’analisi dettagliata, l’Associazione Sindacale ITAMIL Esercito ritiene infondate ma soprattutto genetiche ed appesantite le contestazioni dell’amministrazione.
1. L’ amministrazione contesta la violazione dell’ Articolo 1476-bis, comma
RISPOSTA: ITAMIL non svolge attività politica; gli articoli trattano temi tecnici e operativi, conformi alla legge 46/2022, promuovendo un dibattito professionale.
2. ITAMIL RICORDA ALL’ AMMINISTRAZIONE Che la Libertà di espressione**: Garantita dall’articolo 21 della Costituzione, è esercitata nel rispetto delle leggi.
3. L’amministrazione contesta l’Articolo 1480-ter, comma 2**: ITAMIL RISPONDE Le informazioni provengono da fonti pubbliche, rispettando la riservatezza e senza divulgare segreti militari.
4. ITAMIL PRECISA CHE: In merito alla critica sindacale, gli articoli rispettano il diritto di critica e non compromettono l’efficienza delle Forze Armate.
ITAMIL agisce nel rispetto delle normative, promuovendo trasparenza e miglioramento del personale militare. L’ufficio legale risponderà nei termini previsti, mantenendo un dialogo costruttivo con l’amministrazione.
ITAMIL.
Libertà d’espressione, trasparenza e diritto alla critica sindacale sono gli elementi su cui il sindacato fonda la propria posizione, sicuro di non aver impiegato nessun termine offensivo o volgare e di non aver divulgato informazioni riservate, ma soltanto di continuare a esercitare le proprie funzioni per difendere i diritti del personale e sensibilizzare il pubblico al riguardo.
Leggi anche: Rinnovo di contratto, perché ITAMIL ha abbandonato il tavolo.
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