Come contestare l’eredità

Come contestare l'eredità

Quando l’eredità non viene ripartita nel rispetto della legge gli eredi hanno diritto a contestarla, ecco come.

Il Codice civile disciplina la materia successoria in maniera piuttosto stringente, tanto che anche il testatore stesso deve rispettare alcune limitazioni. Gli eredi hanno quindi la possibilità di contestare l’eredità e impugnare il testamento o gli atti inter vivos (come le donazioni) che violano i loro diritti. Il testamento, oltretutto, può essere impugnato anche quando non rispetta i requisiti legali. Per capire come contestare un’eredità serve perciò distinguere fra le diverse motivazioni.

Quando si può impugnare un testamento

Il testamento può essere impugnato dagli eredi per motivi di contenuto o forma, in questi casi è possibile far valere la nullità o l’annullabilità del testamento. Quest’ultimo, poi, può essere impugnato anche per lesione della legittima, ossia quella quota del patrimonio ereditaria garantita ad alcuni eredi (coniuge e figli o coniuge e genitori) che non può essere ridotta nemmeno per volontà del defunto stesso.

Il testamento o una sua parte è annullabile quando:

  • Il testatore ha scritto le disposizioni in oggetto a causa di un errore di diritto, di fatto o di motivo. Si pensi, ad esempio, a una persona convinta erroneamente di avere la proprietà su un bene invece non suo, oppure a chi lascia nel testamento quantità di denaro più ingenti di quelle presenti effettivamente, oppure ancora ha chi ha redatto il testamento convinto di essere in punto di morte.
  • Il testamento non presenta la volontà del defunto perché le disposizioni sono state effetto di violenza psicologica o morale o di minaccia.
  • Le disposizioni sono state causate dall’inganno di una terza persona sono annullabili per dolo.
  • Sono presenti vizi di forma non abbastanza gravi da determinarne la nullità, come la mancanza dei testimoni per la redazione del testamento pubblico o l’incompletezza della data nel testamento olografo.

Esiste poi la nullità del testamento, presente per ragioni più gravi rispetto alle cause di annullabilità, anche se sostanzialmente paragonabile a quest’ultima negli effetti. Il testamento nullo viola le forme o le prescrizioni di contenuto previste dalla legge, tra cui:

  • Mancanza di autografia o sottoscrizione nel testamento olografo;
  • testamento pubblico privo di redazione per iscritto del notaio, delle disposizioni del defunto o delle sottoscrizioni;
  • testamento congiuntivo (redatto da due o più persone) o reciproco;
  • le disposizioni testamentarie vengono rimessa alla decisione di una terza persona;
  • le disposizioni testamentarie sono illecite o impossibili;
  • una disposizione testamentaria è stata determinata per perseguire un motivo illecito;
  • la persona designata come erede è indeterminata;
  • il testamento è stato scritto a causa di una violenza fisica.

Come contestare l’eredità, impugnare il testamento ed esercitare un’azione di riduzione

Per impugnare il testamento che la legge considera nullo o annullabile, gli eredi devono proporre un giudizio civile che ne accerti le motivazioni. In particolare, il testamento nullo può essere impugnato senza limiti di tempo, mentre il giudizio di annullabilità deve essere proposto entro 5 anni.

Allo stesso modo, gli eredi possono esercitare un’azione di riduzione contro le disposizioni testamentarie che violano le quote di legittima. L’azione di riduzione ha proprio lo scopo di limitare la parte testamentaria che lede le quote di legittima, senza intaccare le volontà del testatore circa la quota disponibile. L’azione di riduzione può essere proposta dagli eredi, accettando l’eredità con beneficio d’inventario, entro 10 anni dall’accettazione.

L’azione di riduzione può essere avviata, entro 10 anni dalla successione, anche contro donazioni effettuate in vita dal defunto che si sono rivelate lesive della legittima. Gli eredi possono agire anche contro l’escamotage della simulazione, con il cui il defunto ancora in vita ha finto una vendita per privare gli eredi di alcuni beni senza permettere loro di impugnare la donazione. Purché si possa provare la simulazione, l’azione può essere esercitata dagli eredi che avrebbero diritto sul bene in questione entro 10 anni.

L’esito positivo dell’azione di riduzione consente agli eredi di esercitare l’azione di restituzione, per ottenere i beni che nel frattempo sono stati alienati.