Carabinieri, sindacati preoccupati per l’errore commesso da Meloni (ma c’è tempo per recuperare)

Carabinieri, sindacati preoccupati per l'errore commesso da Meloni (ma c'è tempo per recuperare)

Forze di Polizia a ordinamento civile e militare convocati dal Governo Meloni. Per Carabinieri e Guardia di Finanza ci sono i Co.ce.r. al posto dei sindacati; un errore imperdonabile.

Nella giornata di mercoledì 6 marzo 2024 è in programma a Palazzo Chigi un incontro tra il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i rappresentanti delle Forze di Polizia a ordinamento civile e militare.

Durante l’incontro si parlerà di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle Forze di Polizia con funzioni di controllo del territorio, anche in vista di quanto successo a Firenze e Pisa nei giorni scorsi.

Il problema è che per quanto riguarda Carabinieri e Guardia di Finanza il Governo ha commesso un “errore” convocando i delegati Co.ce.r. anziché i sindacati militari. La ragione sta nel fatto che a oggi mancano ancora i decreti che individuano le associazioni rappresentative, dando di fatto l’ufficialità del passaggio dalla rappresentanza al sindacato.

A tal proposito, in queste ore i due principali sindacati dei Carabinieri, il SIM (con Segretario regionale Antonio Serpi) e USIC (Segretario regionale Antonio Tarallo), che da soli sono rappresentativi del 51% delle deleghe sottoscritte nell’Arma, hanno scritto al Presidente del Consiglio per chiedere di correre ai ripari.

Colpevole ritardo nell’ufficializzare il passaggio ai sindacati militari

Nella lettera, i rappresentanti sindacali esprimono innanzitutto gratitudine per l’attenzione dimostrata nei confronti delle Forze dell’ordine da parte del Governo.

Tuttavia, viene sollevata una preoccupazione riguardo al mancato rispetto dei tempi stabiliti dal Ministero della Difesa per l’invito alle Associazioni Professionali dei Carabinieri e delle Forze Armate (APCSM).

Si evidenzia che, se i tempi fossero stati rispettati, sarebbero state le APCSM a essere invitate all’incontro e non i Co.ce.r. che essendo al termine del loro incarico non hanno potere contrattuale.

Si sottolinea che l’Arma dei Carabinieri ha già comunicato ufficialmente alle varie sigle sindacali la propria consistenza numerica, indicando così di essere potenzialmente detentrici della rappresentatività necessaria per partecipare pienamente a tali incontri.

No alla revisione della legge n. 121 del 1981

Inoltre, i sindacati hanno espresso preoccupazione per il possibile impatto delle argomentazioni discusse durante l’incontro sulle condizioni lavorative delle Forze dell’Ordine.

C’è preoccupazione riguardo alla possibilità che eventi come quelli accaduti nei giorni scorsi possano portare a una rivisitazione della legge n. 121/1981, con potenziali conseguenze sulla tutela del personale operante.

Bisogna guardare agli accadimenti a Firenze e a Pisa come esempi delle difficoltà affrontate dalle Forze dell’ordine, aggravate dalle strumentalizzazioni politiche.

Gli accadimenti di Firenze e Pisa sono solo due gocce nell’oceano delle condizioni in cui le Forze dell’Ordine sono costrette a sottostare, così come sembrerebbe sia accaduto a Catania, costretti ad operare senza ‘manganelli’”, scrivono USIC e SIM, “a dimostrazione che le strumentali proteste politiche stanno mettendo in seria difficoltà le organizzazioni di Polizia e la stessa sicurezza del paese nel nome e per conto di quell’autorevolezza lesa nella sua più alta accezione”.

Il problema è che i Co.ce.r. essendo alla fine del loro nobile percorso, non hanno il potere contrattuale per suggerire soluzioni e condividere argomenti, col rischio di “rendere vane e inutili le aspettative dei Carabinieri nelle argomentazioni in discussione”.

Il Governo convochi anche i sindacati

Ma c’è ancora tempo per riparare all’errore fatto nel convocare i Co.ce.r. anziché le sigle sindacali che hanno raggiunto il requisito della rappresentatività.

E semmai non ce ne fosse la possibilità, che perlomeno si faccia in fretta nel pubblicare il decreto in oggetto e convocare fin da subito le parti interessate, tanto per discutere del rinnovo quanto per la ricerca di soluzioni per migliorare le condizioni lavorative delle Forze dell’ordine.

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