Vedere i sorci verdi: significato e cosa c’entra l’Esercito

Vedere i sorci verdi: significato e cosa c'entra l'Esercito

I "sorci verdi" dell’Esercito. La storia della 205esima Squadriglia dell’Aeronautica e di come sia nata la famosa minaccia romana nel 1936: "facciamogli vedere i sorci verdi".

Si nasconderebbero tre topi verdi (in romano “sorci”), stemma della 205ª squadriglia dell’Aeronautica, dietro alla famosa minaccia: facciamogli vedere i sorci verdi.

La frase, da sempre sinonimo di minaccia d’uso comune a Roma e dintorni, e ormai nel resto d’Italia, affonda le proprie radici nella storia dell’Esercito italiano. Il come sia nata l’espressione, però, è ancora avvolto da un alone di mistero.

Due sono le tesi, discordanti tra di loro, sull’origine della frase idiomatica romana. Su un solo e unico punto convergono però le due ipotesi: l’espressione è inesorabilmente legata alla storia della 205ª Squadriglia da bombardamento della Regia Aeronautica, conosciuta appunto come la squadra dei “sorci verdi” durante la guerra civile spagnola nel 1936.

Chi erano i "sorci verdi": da disegno a stemma ufficiale

I sorci verdi erano i membri della 205ª Squadriglia da Bombardamento del 12° Stormo della Regia Aeronautica. Il nome deriva dalla raffigurazione di tre allegri topi verdi, ritti sulle zampe posteriori e impegnati in una conversazione, sulla carlinga, ossia la fusoliera, dei trimotori da bombardamento terrestre SIAI S.79.

La 205ª fu, infatti, la prima Squadriglia a ricevere lo "Sparviero", il primo trimotore Savoia-Marchetti S.M.79 nell’ottobre 1936, velivolo, originariamente addetto al trasporto postale, e poi adattato al ruolo di bombardiere.

Nel 1937, durante la guerra civile spagnola (1936-1939), la 205ª aveva scelto come distintivo di reparto tre topi verdi, riprodotti per la prima volta sulla fusoliera del SM.79 del 12° gruppo dal sottotenente Aurelio Pozzi.

La squadriglia divenne poi famosa per l’efficienza e per aver poi partecipato, negli anni successivi, alle competizioni internazionali, ricevendo molti riconoscimenti.

Il “logo” venne poi adoperato come emblema ufficiale di tutto il 12° stormo,

Le origini controverse della frase: far vedere i sorci verdi

L’espressione "vedere i sorci verdi" è sinonimo di minaccia se rivolta verso gli altri, “ti faccio vedere i sorci verdi”, o sinonimo di paura e sentirsi minacciati se rivolta verso di sé, “ho visto i sorci verdi”.

Sono due le tesi discordanti che cercherebbe di spiegare l’origine del disegno sulla fusoliera: una ambientata durante la guerra civile spagnola, la seconda ambientata durante le gare che si tennero gli anni seguenti.

  • 1. Guerra civile spagnola. L’idea sarebbe nata dal sottotenente Aurelio Pozzi dopo aver ascoltato un sottufficiale esclamare in dialetto romano: “Domani annamo su Barcellona e je famo vede li sorci verdi”. La frase sarebbe stata espressa prima di una delle varie missioni di bombardamento lanciate dall’Aviazione Legionaria di stanza a Maiorca dalla metà febbraio 1937.
  • 2. La competizione aeronautica di Istres-Damasco-Parigi. Seconda questa versione la nascita del motto e del disegno andrebbe attribuita alla vittoria tutta italiana guadagnata dai Sorci Verdi. Con i Savoia-Marchetti S.M.79 del Colonnello Attilio Biseo e del Capitano Bruno Mussolini, la 205ª conquistò l’intero podio, dalla medaglia d’oro a quella di bronzo, della gara dell’agosto 1937.

La tesi più accreditata sarebbe la prima, che vede i “sorci verdi” come simbolo della guerra. Infatti per i soldati e i civili, che alzavano gli occhi al cielo, vedere il simbolo dei tre sorci sulle fusoliere era sinonimo di un imminente problema: non solo il bombardamento ma una sbaragliante sconfitta.

I sorci verdi e le competizioni: strumento per il fascismo

I sorci verdi raggiunsero due vittorie internazionali importanti, non solo per l’Esercito e per l’ingegneria aeronautica, ma soprattutto per la propaganda fascista.

Con gli S.M.79 la 205ª raggiunse il podio sia alla corsa aerea di Istres - Damasco - Le Bourget (Parigi), sia durante la trasvolata atlantica Guidonia (Roma) - Dakar - Rio de Janeiro.

La prima, come già visto, riscosse un grande successo, Nonostante i diversi imprevisti meteorologici e tecnici la Squadriglia aveva tinto il podio del tricolore italiano. Per il fascismo i Sorci Verdi erano sinonimo del valore militare tutto italiano.

Al primo posto si posizionò la squadra di piloti Cupini e Paradisi, che avevano percorso 6200 km alla media di 350 km/h. La coppia sorvolò l’aeroporto, volando in circolo, in attesa dell’arrivo dell’aereo di Bruno Mussolini, figlio di Benito Mussolini, per una significativa vittoria per la propaganda fascista. Cupini e Paradisi dovettero poi atterrare per aver finito il carburante.

I Sorci Verdi durante la Seconda guerra mondiale

Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale i Sorci Verdi furono dispiegati in varie zone di guerra, sempre con compiti di bombardamento sulla Corsica, su Rodi e nel Dodecaneso.

Il 12° Stormo B.T. (bombardamento terrestre) aveva già trasformato il disegno della 205ª nell’emblema di tutto lo Stormo, secondo le disposizioni del Generale Giuseppe Valle.

Il distintivo dei Sorci Verdi con i tre topi in posizione eretta contrassegnante i velivoli che parteciparono alla gara aerea internazionale Istres-Damasco-Parigi venga adottato come distintivo ufficiale del 12° Stormo B.T. (Bombardamento Terrestre)

Stemma della 205ª Squadriglia
I tre "sorci verdi"