Storia dei Carabinieri: origini e curiosità dell’Arma

Storia dei Carabinieri: origini e curiosità dell'Arma

Quale storia si cela dietro alla nascita dell’Arma dei Carabinieri, forza armata e militare di polizia a competenza generale? Scopriamolo analizzando le tappe più importanti della loro storia.

Se sei un carabiniere sarai sicuramente interessato a conoscere la storia dell’Arma; allo stesso tempo se non lo siete ma sperate di entrare a farne parte vi consigliamo comunque di approfondire le tappe più importanti della storia dei Carabinieri dal momento che spesso domande su questo argomento vengono poste durante i concorsi pubblici.

Dire che "entrare nell’Arma dei Carabinieri" è sempre stato il vostro sogno e poi non conoscere la loro storia, infatti, potrebbe costarvi la non idoneità al colloquio; ecco perché conoscere le origini dell’Arma è altamente consigliato e di seguito vi daremo tutte le informazioni in merito con tutte le tappe che hanno reso i Carabinieri la forza armata e militare di polizia (a competenza generale) qual è oggi.

Storia dei Carabinieri

La nascita dell’Arma dei Carabinieri si deve a Vittorio Emanuele I, sovrano del Regno Sardo-Piemontese, che il 13 luglio 1814 - con la promulgazione delle Regie Patenti - istituì a Torino il Corpo dei Carabinieri Reali.

A tal proposito, nel preambolo delle Regie Patenti si legge che per contribuire sempre di più alla prosperità dello Stato - “che non può essere disgiunta dalla protezione e difesa dei buoni e fedeli sudditi” - è stato deciso di affidare la difesa del territorio ad un Corpo di militari i quali si sarebbero dovuti distinguere per condotta e saggezza, chiamati appunto Carabinieri Reali. Il nome ha origine dall’arma che venne data in dotazione a questi soldati, la carabina.

A questi venne assegnata quindi una duplice funzione: da una parte la difesa dello Stato, mentre dall’altra la tutela della sicurezza pubblica.

Si trattava di una novità assoluta poiché era la prima volta che allo stesso organo veniva affidata sia la sicurezza dei confini dello Stato che della sicurezza pubblica; da allora l’Arma dei Carabinieri è stata al centro di tutti gli eventi fondamentali della storia del Regno Sabaudo prima e d’Italia unificata poi, ponendosi come insostituibile presidio della sicurezza pubblica e privata e mantenendo la propria fedeltà nei confronti delle istituzioni.

Ad esempio nella Prima Guerra Mondiale si distinsero nella battaglia di Podgora del 19 luglio 1915 e per il contributo offerto al Paese l’Arma dei Carabinieri venne insignita della prima medaglia d’oro al valore militare. Presero parte però anche alla guerra d’Etiopia del 1936, per poi distinguersi nella Seconda Guerra Mondiale nelle battaglie di Culquaber e Klisura.

Una volta firmato l’armistizio di Cassibile, però, molti appartenenti ai Carabinieri entrarono tra le fila della resistenza italiana prendendo parte alla liberazione del Paese dall’invasione tedesca; a tal proposito come non ricordare il vice brigadiere Salvo D’Acquisto che il 23 settembre del 1943 venne ucciso dai tedeschi per aver confessato di essere l’autore - seppur fosse innocente - dell’attentato avvenuto ai danni di due militari germanici. Il tutto per salvare 22 condannati a morte.

Ma non è il solo; si stima che circa 2.700 Carabinieri subirono la deportazione per essersi rifiutati di soggiacere alle forze naziste.

Dal Dopoguerra ai giorni d’oggi

Negli anni ‘60 probabilmente i Carabinieri vissero la fase più buia della loro storia. Era il 1962, infatti, quando il generale Giovanni De Lorenzo venne nominato comandante generale dell’Arma, lui che nel 1964 ha tentato il golpe Piano Solo con l’obiettivo - fallito - di instaurare un regime militare in Italia.

Dopo questa parentesi l’Arma dei Carabinieri si pone in prima fila nella lotta al terrorismo politico degli anni ‘70-’80; è proprio per far fronte a questa sfida che nacque il nucleo speciale antiterrorismo.

È bene ricordare però che fino agli anni 2000 i Carabinieri erano parte integrante dell’Esercito italiano, dopodiché - con la legge 78/2000 vennero elevati a una “collocazione autonoma” nell’ambito del Ministero della Difesa, con il rango di forza armata, e forza militare di polizia a competenza generale.

Per la prima volta quindi il Corpo dei Carabinieri poté avere un comandante generale proveniente dai propri ranghi e non da quelli dell’Esercito; a tal proposito il primo fu l’ufficiale di corpo d’armata Luciano Gottardo.

È bene precisare, però, che nonostante ciò un ufficiale generale dei Carabinieri non può essere nominato Capo di Stato Maggiore della Difesa, ruolo riservato agli ufficiali di Esercito, Marina e Aeronautica.

Ultima tappa -probabilmente la più contestata - della storia dei Carabinieri è quella risalente al 2016, quando venne disposto l’accorpamento del Corpo Forestale e la conseguente nascita del “Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare” che però non è alle dipendenze del Ministero della Difesa bensì a quelle delle risorse agricole e forestali.