Stipendi Forze armate, a marzo si guadagna meno: tutte le trattenute

Stipendi Forze armate, a marzo si guadagna meno: tutte le trattenute

La busta paga di marzo risente di alcune trattenute. Svantaggiata la Marina Militare. Ecco perché.

Il personale delle Forze armate che si appresta a ricevere la busta paga di marzo (il pagamento è il 23 del mese) si troverà davanti un’amara sorpresa.

Infatti, il cedolino paga sarà di una cifra più bassa rispetto a quello del mese scorso.

Perché? I fattori che contribuiscono alla diminuzione dello stipendio per il personale militare sono tanti, a cominciare dalla trattenuta per i contributi sindacali da versare alla sigla di riferimento.

Il tema, proprio in questi giorni, ha sollevato non poche polemiche circa gli errori commessi da NoiPa e le responsabilità di alcune sigle sindacali nell’aver ceduto le deleghe, pur sapendo che sarebbe stata applicata al personale tesserato un contributo più alto.

Altro motivo che fa ridurre lo stipendio sono le trattenute Irpef, a cu si aggiunge la restituzione del Bonus Renzi per alcune fasce di reddito.

Ma andiamo con ordine e vediamo perché diminuisce lo stipendio delle Forze armate a marzo.

Meno soldi in busta paga: contributi sindacali

In un precedente articolo, vi avevamo già accennato alla questione contributi sindacali.

La situazione incresciosa che si è venuta a creare riguarda il mix di responsabilità che interessa NoiPa e alcune sigle sindacali che hanno operato una scelta ben precisa.

Alcune associazioni sindacali a carattere militare, regolarmente iscritte all’albo delle Associazioni professionali, hanno inviato a NoiPa le deleghe all’incasso delle quote relative alle iscrizioni del personale.

Dal canto suo, NoiPa applica quanto inviato, in caso contrario, se non vengono date le deleghe non viene fatta la trattenuta.

Perché allora lo stipendio per alcuni militari risente delle trattenute? Le deleghe per i contributi sindacali (articolo 13, comma 3 della legge 46/22) potranno essere valide ai fini della misurazione della consistenza associativa solo se di importo non inferiore allo 0,50% dello stipendio.

Dal canto suo, il Dipartimento dell’Amministrazione Generale del personale e dei Servizi del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha fatto sapere che non terrà conto né della legge n.46 sui sindacati militari, né del successivo DM.

La trattenuta verrà applicata non solo sul trattamento stipendiale ed indennità operativa fondamentale, ma senza possibilità di esclusione sulle indennità operative e maggiorazioni che confluiranno mensilmente anch’esse sull’importo netto, a cui sarà applicata complessivamente la percentuale dello 0,50%; configurando, dunque, quote associative mensili del tutto esorbitanti e sperequative.

Insomma, il personale è iscritto a quei sindacati che hanno inviato le deleghe si ritroverà con una trattenuta maggiore; mentre chi è iscritto ad Associazioni che si sono rifiutate di inviare le deleghe all’incasso, in attesa che il Ministro della Difesa, in sinergia con il Mef, indichi quali sono le voci sulle quali applicare le trattenute, non subiranno il prelievo in busta paga.

Chi risente maggiormente della trattenuta per i contributi sindacali, stando a quanto deciso dal Mef, è la Marina Militare per via del fatto che ha un’indennità operativa più alta rispetto a tutte le Forze armate.

Meno soldi n busta paga: trattenuta Irpef

Nel cedolino stipendiale di marzo tornano le trattenute Irpef relative alle addizionali regionali e comunali.
Nell’area consultazioni pagamenti di NoiPa è possibile visualizzare la propria busta paga con la voce di riferimento. Le rate vengono prelevate dallo stipendio di marzo fino a quello di novembre (compreso).

Meno soldi in busta paga: bonus Renzi

La restituzione del bonus Renzi, il trattamento integrativo dell’importo di 100 euro dovrà essere restituito per coloro i quali hanno un reddito inferiore a 15.000 euro, dal momento che è cambiata la soglia di attribuzione e NoiPa non ha adeguato l’erogazione al cambio di reddito.

In seguito al conguaglio di fine anno, c’è l’eventualità che al dipendente pubblico con reddito fino a 28.000 euro ne risulti un debito di 200 euro, riguardante le due mensilità del bonus Renzi erogate anche in seguito al cambio dei requisiti di riconoscimento.

I debiti derivanti dal conguaglio saranno trattenuti direttamente da NoiPa, ma per il trattamento integrativo è prevista la soluzione rateale che consiste in 8 rate mensili, da 25 euro l’una.

La trattenuta della seconda rata nel cedolino paga di marzo corrisponde a 25 euro netti. L’ultima rata sarà trattenuta con lo stipendio di settembre 2023.

Cedolino marzo Forze armate: cosa ci sarà

Una buona notizia però c’è. Nella busta paga di marzo ci saranno gli arretrati della rivalutazione dell’assegno unico riferito a gennaio (qui tutti i dettagli).

Con l’inizio del 2023, l’assegno unico si è adeguato al costo della vita, facendo registrare un incremento dell’8,1% che ha riguardato fasce Isee e importi.

L’aumento per i figli minori è salito a 189 euro e le maggiorazioni, introdotte con la legge di Bilancio 2023, sono iniziate da gennaio e consistono in:

  • Incremento del 50% della sola quota base (al netto di maggiorazioni quindi) per i figli di età fino a 1 anno, o 3 anni nel caso nel nucleo ci siano almeno 3 figli e l’Isee risulti inferiore a 40.000 euro;
  • Aumento a 150 euro (rispetto a 100 euro) dell’incremento forfettario per le famiglie con almeno 4 figli.

A marzo spetteranno già i 14 euro di arretrati dovuti dalla rivalutazione, a cui si aggiunge poi il 50% di 189,20 euro, ossia altri 94,60 euro. Una tantum, quindi, riceveranno - rispetto all’importo già pagato a febbraio - un arretrato di 108,80 euro.

Le famiglie con almeno 4 figli hanno diritto ad altri 50 euro per effetto dell’incremento a 150 euro mensili della suddetta maggiorazione.

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