Paola Gentile - 14 febbraio 2023
Scritte sui muri: cosa rischiano i graffitari?
Scrivere sui muri è un reato. Ecco a cosa va incontro chi fa graffiti.
Camminando per le città è facile notare come i muri siano disegnati o colorati da scritte ad opera dei cosiddetti graffitari, coloro i quali fanno graffiti.
Da alcuni vengono considerate delle vere e proprie opere d’arte, pensiamo anche ai disegni del celebre Banksy, il writer britannico ritenuto uno dei maggiori esponenti della street art.
Eppure, scrivere sui muri è un reato, oltre ad essere ritenuto poco rispettoso, in quanto è comunque una violazione di quelli che sono i beni della comunità.
Vediamo cosa rischiano i graffitari e perché è vietato fare scritte sui muri.
Scritte sui muri: quando è reato e a quanto ammonta la sanzione
Scrivere sui muri è un reato e chi lo fa imbratta o deturpa cose mobili altrui. A dirlo è il Codice Penale e l’illecito resta anche dopo l’intervento del 2016 con la depenalizzazione del reato di danneggiamento, come confermato dalla Corte di Cassazione.
Per quanto riguarda le cose non ancorate al suolo, come ad esempio i cartelli pubblicitari, è prevista una sanzione amministrativa fino a 103 euro.
Il suddetto reato non è procedibile d’ufficio, ma è necessaria una querela della parte interessata affinché si proceda con l’iter. Sebbene sia difficile risalire all’autore della scritta, questa normativa riguarda tutti i beni altrui diversi dagli immobili e dai veicoli, dal momento che si tratta di beni che prevedono altri tipi di sanzioni.
Se i graffiti vengono fatti sui muri di un edificio o sopra un veicolo altrui, il Codice Penale stabilisce che chi imbratta beni immobili o mezzi di trasporto, sia pubblici che privati, rischia:
- Da 1 a 6 mesi di carcere;
- Da 300 a 1.000 euro di multa.
Se ad essere imbrattati sono beni storici, allora il rischio diventa molto più alto. In questo caso, la pena è di:
- Da 3 mesi a 1 anno di reclusione;
- Da 1.000 a 3.000 euro di multa.
Nel caso in cui ad essere ricoperti di scritte o disegni sono edifici o mezzi di trasporto non è necessaria la querela, ma si procede d’ufficio.
In questa situazione, le Forze dell’Ordine possono denunciare i graffiti su edifici o veicoli, anche fermando in flagranza chi scrive sui muti.
Se i proprietari dei beni imbrattati sono disposti a chiudere un occhio e a non procedere con la querela, la procedibilità d’ufficio consente che non venga meno né il reato e né le sanzioni ad esso connesse.
È possibile, tuttavia, chiedere l’archiviazione del reato per tenuità del fatto, dal momento che si tratta di un reato con pena inferiore ai 5 anni di reclusione. Tale possibilità diventa impraticabile se si riscontra il reato di recidiva, ovvero nel caso in cui lo stesso reato è stato commesso più volte.
Di fronte alla recidiva, la pena attribuita sale fino a 2 anni di carcere e la sanzione amministrativa fino a 10.000 euro.
Scritte sui muri: quando non si hanno conseguenze
Un modo per evitare di dover pagare multe e, nella peggiore delle ipotesi, andare in carcere, un modo per non riportare conseguenze gravi c’è: richiedere l’archiviazione per tenuità del fatto. È possibile farlo solo nel caso in cui:
- Il reato è punibile con pena inferiore a 5 anni (requisito presente);
- L’offesa provocata è di particolare tenuità;
- Il comportamento non è abituale, quindi il colpevole non è stato dichiarato delinquente abituale e non c’è recidiva.
Se il Gip procede all’archiviazione, il reato resta comunque sulla fedina penale del colpevole che non è punito ma comunque obbligato a risarcire i danni.
Un altro modo per non avere conseguenze è quando i graffiti vengono realizzati per espressa richiesta del proprietario dell’immobile, per un qualsivoglia lavoro artistico su commissione.
Il lavoro potrà essere realizzato senza problemi, previa autorizzazione con permessi specifici, se l’opera deve essere realizzata sull’esterno degli immobili.
Gli edifici di interesse storico, inoltre, sono sottoposti a particolare regolamentazione. Anche le scritte sulle auto sono sottoposte ad alcuni limiti, perciò è indispensabile verificare la normativa in ogni caso specifico con l’assistenza professionale.
In questi casi, le sanzioni afferiscono all’ambito civile, quindi non c’è la reclusione.
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