Rinnovo contratto Forze armate e Polizia, cambia tutto: la novità approvata dal governo Meloni

Rinnovo contratto Forze armate e Polizia, cambia tutto: la novità approvata dal governo Meloni

Tutto quello che c’è da sapere sul nuovo dlgs per le Forze armate e di Polizia ad ordinamento militare.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che introduce le disposizioni riguardanti le procedure di contrattazione per il personale delle Forze armate e delle Forze di Polizia ad ordinamento militare, nonché l’istituzione delle relative aree negoziali per i dirigenti (come previsto dall’articolo 16, comma 1, lettere d) ed e) della legge del 28 aprile 2022, n. 46).

La suddetta legge, recante, “Norme sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di Polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo”, è ancora in attesa di essere attuata, dopo quattro anni dalla sentenza 120/2018 della Corte costituzionale che dichiarava la legittimità delle associazioni sindacali a carattere militare.

Di questo punto si è occupata nel tempo Aspmi (Associazione sindacale professionisti militari) che, proprio di recente, insieme alle associazioni SIM (Sindacato Italiano Militari), USIC (Unione Sindacale Italiana Carabinieri), S.A.M. (Sindacato Autonomo dei Militari) e AMUS Aeronautica (Associazione dei Militari Uniti in Sindacato) ha inoltrato una lettera al ministro della Difesa Guido Crosetto per attenzionare sul tema, in vista dell’incontro che lo stesso ministro ha detto di voler fare con la Rappresentanza Militare.

Ora, però, con la novità approvata dal governo Meloni ci sarà una svolta per il personale delle Forze armate e di Polizia e nel prossimo rinnovo contrattuale a "negoziare" con il governo non ci sarà più la rappresentanza sindacale ma i sindacati militari.

Cosa chiedono Aspmi e le associazioni sindacali di settore

Nella missiva, Aspmi e le associazioni sindacali di settore chiedevano proprio un passo in avanti al governo Meloni affinché venissero colmati i ritardi, proprio in sede governativa, circa la redazione e la pubblicazione dei discendenti decreti legislativi attuativi e di quelli ministeriali/interministeriali di funzionamento per come dettati dalla citata legge.

Fatto questo che preclude tra l’atro il concretizzarsi delle norme e procedure per la determinazione e la ripartizione dei distacchi e permessi relegando l’attività a “missione” piuttosto che ad un servizio regolato dalla legge.

Il passo in avanti del governo Meloni

Il dlgs su contrattazione Forze armate e dell’Ordine approvato in fase preliminare dal Consiglio dei ministri ha lo scopo di superare il sistema di concertazione con la rappresentanza militare, che la legge ha già sostituito, con quello della contrattazione con le associazioni professionali a carattere sindacale tra militari.

Proprio in virtù di questo, si istituiscono le aree negoziali per il personale dirigente delle Forze armate e delle Forze di Polizia a ordinamento militare e si introducono istituti e procedure di contrattazione secondo modelli analoghi a quelli in vigore per il personale delle Forze di Polizia a ordinamento civile, nel pieno rispetto dei rispettivi ordinamenti.

Oltre a questo, il testo prevede anche le disposizioni riguardanti la composizione delle delegazioni preposte alla stipula degli accordi sindacali e l’inserimento di aspettative, distacchi e permessi sindacali. Tutto questo sarà materia di contrattazione. Viene stabilito anche che le materie non oggetto di contrattazione restano comunque l’autonomia decisionale delle Amministrazioni.

Gli argomenti sul tavolo

Nella lettera al ministro Crosetto, Aspmi evidenzia come gli argomenti sul tavolo siano molteplici:

  • Rinnovo del contratto 2022-2024;
  • Previdenza “dedicata” e complementare.

In relazione alla specificità del personale delle Forze armate, delle Forze di Polizia e del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, la legge 234/2021 - relativa al bilancio di previsione dello Stato, comma 95 - ha stabilito un fondo con una dotazione di 20 milioni di euro per l’anno 2022, 40 milioni di euro per l’anno 2023 e 60 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024.

Il fondo è però insufficiente “a garantire l’adozione dei provvedimenti normativi discendenti volti alla progressiva perequazione del relativo regime previdenziale, attraverso l’introduzione di misure compensative (per coloro che alla data di entrata in vigore della legge risultassero essere già in servizio) ed integrative per il personale del Comparto Difesa-Sicurezza immesso in servizio successivamente al relativo provvedimento”.

Altro punto in agenda è un confronto sulla revisione dello Strumento militare e del modello professionale (legge 119/2022) con deleghe al governo in materia di incremento di organico (non superiore alle 10mila unità) di Volontari in Ferma Prefissata Iniziale, di personale delle Forze armate ad alta specializzazione (in particolare medici, sanitari, tecnici di laboratorio, ingegneri, informatici, etc.).

Senza dimenticare l’istituzione di una riserva ausiliaria dello Stato (non superiore a 10 mila unità) composta da volontari, ripartita a livello regionale e posta alle dipendenze di autorità militari decretate di volta in volta dal ministro della Difesa, impiegabile in casi di calamità o in maniera complementare in campo logistico di cooperazione civile-militare; una revisione organizzativa e strutturale del Servizio Sanitario Militare, secondo maggiori criteri interforze, integrando le proprie strutture con quelle del SSN.

L’incontro per stabilire una road map e fissare un cronoprogramma è atteso. Come pure la procedura del passaggio di consegne tra gli attuali organismi di rappresentanza militare interni e i nuovi organismi sindacali.