Luca Restivo - 7 aprile 2022
Rinnovo contratto Forze Armate e di Polizia: via libera del Cdm, ma ancora non basta
A beneficare del provvedimento saranno 650mila dipendenti tra pubblico impiego, Forze Armate e di Polizia.
Il rinnovo contrattuale 2019-2021 è in dirittura d’arrivo, grazie al il via libera del Consiglio dei ministri. A beneficiare del provvedimento saranno:
- Statali;
- Militari;
- Poliziotti.
Mancano da espletare solo le ultime procedure burocratiche, con il passaggio dalla Corte dei conti che dovrà dare l’approvazione definitiva. Con la firma del Presidente della Repubblica e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il contratto sarà in vigore così che i dipendenti pubblici e quelli del Comparto Difesa e Sicurezza potranno godere degli aumenti stipendiali previsti dal 1° gennaio 2022 e degli arretrati per il triennio 2019-2021.
Rinnovo contratto Forze armate e di polizia: chi riguarda
Presto 650 mila dipendenti pubblici:
- 225mila impiegati dei ministeri e delle funzioni centrali dello Stato (Agenzie fiscali; enti pubblici non economici e CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro)
- 430 mila Forze Armate e di Polizia;
godranno degli aumenti in busta paga e degli arretrati. Secondo quanto riportato dal Messaggero, a partire dal mese di maggio, nei cedolini stipendiali figurerà un aumento di 105,00€ medi per 13 mensilità e a questi si aggiungono 20,00€ medi al mese.
Le risorse sono state stanziate nella Legge di bilancio 2022 al fine di finanziare il nuovo ordinamento professionale e il superamento dei limiti all’incremento dei Fondi risorse decentrate.
Il rinnovo sarebbe dovuto entrare in vigore dal 1° gennaio 2022, quindi, nel momento in cui verranno espletate le ultime questioni burocratiche e il Presidente della Repubblica apporrà la firma al rinnovo, i dipendenti statali, delle Forze Armate e di Polizia godranno anche degli arretrati a partire dal 1° gennaio 2022 fino all’entrata in vigore del provvedimento (approfondimento qui).
Inoltre, gli statali godranno anche di 1.800€ riconosciuti per gli arretrati di questo triennio (qui).
Il nuovo contratto si apre anche ad un nuovo sistema di classificazione del personale e prevedere novità sul lavoro a distanza non emergenziale: lo smart working.
Novità sullo smart working
Lo smart working che abbiamo imparato a conoscere durante il primo lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19, rimarrà e sarà diviso in:
- Lavoro agile (senza vincoli di orario e luogo);
- Lavoro da remoto (con vincoli di orario assimilati a quello del lavoro in ufficio).
Per quanto concerne il lavoro da remoto, nei momenti di disconnessione, il lavoratore non sarà tenuto a rispondere alle telefonate o a leggere le mail.
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