Rinnovo contratto Forze Armate, ecco cosa manca per l’avvio della trattativa

Rinnovo contratto Forze Armate, ecco cosa manca per l'avvio della trattativa

Rinnovo di contratto, il Presidente del Consiglio non deve dimenticare le Associazioni sindacali militari. Serve pubblicare al più presto i decreti sulla rappresentatività, altrimenti le trattative per il rinnovo non possono partire.

Subito dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2024 con la quale il Governo ha stanziato circa 10 miliardi di euro per il rinnovo di contratto della Pubblica amministrazione, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha assicurato che i comparti Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico avrebbero avuto la precedenza nelle trattative.

Tuttavia, siamo arrivati a marzo e il tavolo della contrattazione non è stato ancora avviato anche perché mancano i decreti con i quali devono essere definiti i sindacati rappresentativi del personale delle Forze Armate.

A tal proposito, in queste ore la Rete sindacale militare - formata da SIM Carabinieri, USIC Carabinieri, ASPMI Esercito, SAM Esercito, AMUS Aeronautica e SIM Marina - ha espresso la propria soddisfazione per il fatto che il Presidente del Consiglio sembra essere pronto a incontrare i sindacati delle Forze di Polizia a ordinamento civile per aprire le trattative per il rinnovo contrattuale per l’anno 2022-2024.

Tuttavia, il Presidente del Consiglio non deve dimenticare che nel 2024 si aggiunge un pezzo fondamentale per la rappresentanza, ossia i sindacati delle Forze Armate. Senza di loro il tavolo per il rinnovo non può essere aperto ed è per questo motivo che bisogna affrettarsi nel pubblicare al più presto il decreto sulla rappresentatività delle Associazioni sindacali militari, così da consentire anche a questi organismi la partecipazione alle trattative.

D’altronde è stato lo stesso Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ad aver assicurato alle Associazioni sindacali militari la partecipazione alla contrattazione per il 2022-2024, quindi non c’è ragione per credere che non andrà così.

Il rinnovo di contratto non si può fare senza le Associazioni sindacali militari

Rallentando le operazioni per il rinnovo di contratto si penalizza il personale dell’Esercito Italiano e di tutte le altre Forze Armate e di Polizia che in questi ultimi anni hanno pagato lo scotto dell’inflazione senza poter neppure (salvo alcune eccezioni) accedere alle agevolazioni per il taglio del cuneo fiscale introdotte dal Governo”, spiega Francesco Gentile di ASPMI, secondo il quale sarebbe inaccettabile una dilatazione ulteriore dei tempi per la pubblicazione del decreto con cui verrà fatta chiarezza sulle Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari che hanno raggiunto il quorum per essere considerate rappresentative.

Il termine per la raccolta degli iscritti si è chiuso il 31 gennaio e i dati sono già stati trasmessi al Ministero dell’Economia che a questo punto ha tutto per procedere.

Aspettiamo fiduciosi, ASPMI è già pronta per sedere al tavolo e tutelare gli interessi del personale rappresentato affinché si possa recuperare il terreno perduto in questi anni in cui è stato scoperto da rappresentanza sindacale”, spiega Gentile.

Gli fa eco Antonino Duca, segretario generale di SAM Esercito, secondo il quale l’apertura della stagione contrattuale del comparto Difesa e Sicurezza rappresenta “un segnale di notevole attenzione che la nostra organizzazione accoglie con favore”.

Tuttavia, “l’avvio ufficiale della stagione deve avvenire dopo la pubblicazione del decreto sulla Rappresentatività dei Sindacati Militari così da permettere alle sigle rappresentative di prender parte ai lavori”.

E conclude: “Confidiamo che il processo di quantificazione della rappresentatività al 31 gennaio, non subisca ritardi, sicuri che l’impegno espresso dal Ministro della Difesa Guido Crosetto lo scorso novembre, non verrà disatteso”.

Dello stesso avviso Francesco Cacace del SIM Marina militare, secondo il quale bisogna dare seguito al desiderio dei tanti militari che chiedono di essere rappresentati adeguatamente così da avere finalmente un peso nella contrattazione.

Il personale della Marina militare ha accolto con grande entusiasmo la novità introdotta dalla legge n. 46 del 2022 che ha istituito le Associazioni sindacali tra militari, adesso non bisogna deluderli provvedendo nella maniera più veloce possibile al completamento dei passaggi amministrativi necessari per poter avviare la contrattazione e presentare le proposte migliorative per il benessere del personale.

Guido Bottacchiari, segretario generale di AMUS Aeronautica, si è detto fiducioso riguardo all’estrema sensibilità dimostrata dal Ministro della Difesa Guido Crosetto, confidando che il completamento del processo di sindacalizzazione del mondo militare verrà completato nei modi e nei tempi concordati.

All’apertura del tavolo contrattuale dovranno partecipare sia i sindacati delle Forze di Polizia a ordinamento civile che quelli rappresentativi del mondo militare, tutti con pari dignità e potere contrattuale ponendo così fine all’esperienza della oramai superata Rappresentanza Militare interna”, conclude Bottacchiari.

Nella Rete Sindacale Militare c’è anche l’USIC Carabinieri: “Ritengo importante questa accelerazione del Governo per le problematiche inerenti le Forze di Polizia” ha spiegato il segretario generale Antonio Tarallo, aggiungendo però che è importanteche non si riducono alla sola apertura del tavolo contrattuale ma che si possa andare oltre, attraverso un confronto per cercare le migliori soluzioni per il buon funzionamento della macchina sicurezza e allo stesso tempo la giusta tutela degli operatori di sicurezza, perché in questo momento sono in una condizione perdente in qualsiasi modo agiscono”.

Anche Antonello Serpi, segretario generale del SIM Carabinieri, auspica che i decreti possano essere pubblicati il prima possibile, così da poter valutare insieme agli altri comparti in che modo suddividere le risorse a disposizione.

Serve tempo prima di sbilanciarsi, quel che è certo è che ci sarà molta attenzione sull’aspetto normativo, specialmente per quanto riguarda lavoro straordinario e distribuzione delle ore di lavoro.

Oggi il conteggio del lavoro straordinario è un insulto per chi lavora”, spiega Serpi, “dobbiamo assolutamente discutere la revisione del valore di questo importante emolumento”.

Un aspetto di cui si potrà discutere solamente con l’apertura del rinnovo contrattuale a oggi di fatto bloccato dalla mancata pubblicazione del decreto sulla rappresentatività delle Associazioni sindacali militari ma che a breve dovrebbe essere sbloccato al fine di consentire a tutte le parti incaricate di sedere al tavolo che deciderà il futuro del personale in divisa.