Riforma Forze armate: ecco il nuovo modello di Difesa

Riforma Forze armate: ecco il nuovo modello di Difesa

ASPMI è soddisfatta dell’obiettivo raggiunto.

La Riforma del modello delle Forze armate ha incassato il plauso di ASPMI. L’Associazione Sindacale Professionisti Militari si è espressa positivamente sul nuovo modello di Difesa, che delega al governo la revisione delle Forze armate interamente professionali e proroga fino al 2033 il termine per la riduzione delle dotazioni organiche dell’Esercito a 150mila unità.

L’approvazione del ddl 2597 di revisione dello strumento militare supera la n.244/2012, nota come Legge Di Paola, che poneva entro il 2024 il termine ultimo per una sforbiciata al personale militare, alle strutture e alle risorse a bilancio.

Adesso, invece, si potrà contare su di un innalzamento delle consistenze organiche delle Forze armate fino ad un massimo di 10.000 unità, in linea con l’evolversi della situazione geopolitica internazionale.

Analizziamo nel dettaglio la Riforma e capiamo meglio in cosa consiste il nuovo modello di Difesa.

Riforma Forze armate: le novità

I punti salienti della revisione del modello delle Forze armate sono:

  • Proroga al 2033 del termine per la riduzione delle dotazioni organiche complessive a 150mila unità;
  • Delega al governo per la revisione dello strumento militare nazionale che, tra l’altro, consentirà, in linea con l’evolversi del quadro geopolitico internazionale, l’incremento delle dotazioni organiche complessive fino a un massimo di 10.000 unità di personale militare altamente specializzato nei settori tecnico-logistici e sanitario;
  • Riduzione dei limiti di età per l’ingresso alle carriere iniziali;
  • Abbattimento del periodo di ferma per l’accesso al servizio permanente dagli attuali 11 anni a 6 anni;
  • Istituzione della riserva ausiliaria dello Stato;
  • Avvio della riforma della sanità militare, introducendo la possibilità di intervenire con misure di flessibilità nelle dotazioni delle singole forze armate in relazione alle esigenze operative di un moderno strumento militare.

La revisione del modello di Difesa, tante volte ribadito da questa sigla sindacale e dalle Rappresentanze, è fondamentale per contribuire a creare uno strumento efficiente ed efficace, al fine di rispondere in maniera performante agli impegni che il nostro Paese è chiamato a sostenere” fanno sapere da ASPMI in una nota stampa.

Il nuovo modello di reclutamento incarna “una svolta, dopo l’ultimo piano di reclutamento (Professionale 3), in termini di abbassamento dell’età media del personale e permetterà ai nostri giovani di avere nuovi sbocchi lavorativi ”.

Un lavoro di squadra portato avanti negli anni “dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e dal Reparto Affari Giuridici ed Economici del personale dello Stato Maggiore Esercito, poiché questa innovazione giuridica è principalmente indirizzata alla modifica e all’adeguamento della struttura operativa dell’Esercito Italiano”.

Riforma Forze armate: nomenclatura dei gradi

All’interno della Legge vi è presente anche la revisione della nomenclatura dei gradi del personale militare che rappresenta, insieme al nuovo modello reclutativo, “un cambio di passo e di immagine per i militari”.

Tuttavia, la strada è ancora lunga. All’interno della norma vi sono le deleghe che permetteranno di attuare tutte le modifiche necessarie per il nuovo modello di Difesa.

Insomma: c’è da lavorare, ma di questo ASPMI non ha timori: “sarà un duro compito che questo sindacato è ben lieto di fornire il proprio contributo, dal momento che in questa nuova dinamica legislativa dovranno essere rivalutate tutte le misure che permettono di compensare la vita familiare e lavorativa, senza dover tralasciare l’una in funzione dell’altra”.

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