Quali animali sono vietati in Italia

Quali animali sono vietati in Italia

La lista degli animali vietati in Italia perché esotici o selvatici. Chi trasgredisce la legge rischia pene salatissime.

L’amore per gli animali spesso può portare ad incappare in pesanti sanzioni previste dalla legge, in particolar modo se si privilegiano animali non convenzionali e si sogna di poterseli tenere in casa.

La Convenzione internazionale Cities e la legge italiana pongono degli importanti paletti, stabilendo quali animali sono vietati in Italia perché ritenuti pericolosi, selvatici o in via di estinzione.

Sebbene le pene siano abbastanza severe, si rischia fino a due anni di carcere, il contrabbando di animali vietati è sempre florido.

Occorre precisare che non tutti gli animali esotici sono vietati dalla legge, ma comunque per possederli serve una specifica autorizzazione da parte del Servizio veterinario dell’ASL di competenza territoriale, secondo una procedura che cambia da regione a regione.

Nei prossimi paragrafi vi forniremo la lista degli animali vietati in Italia e vi diremo cosa rischia chi ne possiede uno.

Animali vietati in Italia: l’elenco

Le legge che pone il veto a tenere animali selvatici/esotici vietati si basa sulla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES), in vigore dal 1975 e recepita dagli Stati membri dell’Unione europea a seguito di regolamenti CE 338/97 e 865/2006.

Gli animali vietati in Italia sono più di 5mila specie, vi indicheremo quelli più noti, quali:

  • Scimmie e scimpanzé;
  • Tigri;
  • Leoni;
  • Tassi;
  • Cervi;
  • Elefanti;
  • Serpenti corallo, a sonagli;
  • Lemuri;
  • Daini;
  • Tartarughe “aliene”;
  • Vipere;
  • Falchi.

Si aggiungono a questa lista anche animali autoctoni e selvatici come:

  • Lupi;
  • Caprioli;
  • Aquile.

Animali vietati in Italia: cosa si rischia

La legge che regolamenta il divieto di possedere animali vietati è la n. 50 del 1992 che stabilisce pene e sanzioni per chi possiede, scambia o vende specie protette, senza avere un’autorizzazione. Chi viola la legge rischia fino a 2 anni di carcere, pena massima.

La multa varia dai 15mila ai 150mila euro. Se c’è la recidiva le sanzioni aumentano fino a 3 anni di reclusione, specie se dietro ci sono interessi commerciali. E l’ammenda può arrivare fino a 300mila euro.

Anche chi si reca all’estero ed acquista souvenir di animali imbalsamati può rischiare delle multe. Se si tratta di oggetti ricavati da specie protette, la pena amministrativa va dai 6mila ai 30mila euro.

Se l’attività di scambio e commercio di animali domestici vietati è finalizzata all’impresa, in quel caso, oltre alle sanzioni previste, vi è anche la sospensione della licenza da 6 mesi a 2 anni.

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