Polizia di Stato, Reparti Prevenzione Crimine: ecco il nuovo trattamento economico

Polizia di Stato, Reparti Prevenzione Crimine: ecco il nuovo trattamento economico

Tutte le informazioni necessarie sul trattamento economico del personale dei RPC.

È stato finalmente chiarito quale sarà il trattamento economico per i servizi fuori sede del personale della Polizia di Stato in forza ai Reparti Prevenzione Crimine (RPC).

Con una circolare a firma del Direttore Centrale della Polizia Anticrimine, il prefetto Francesco Messina è stato specificato, tra le altre cose, che in via principale va applicato il trattamento economico di ordine pubblico salvo nei casi in cui il Reparto Prevenzione Crimine svolga attività a supporto della Polizia Giudiziaria.

Con la circolare del Ministero dell’Interno viene chiarito che gli operatori dei RPC impiegati in operazioni di controllo del territorio sono destinatari della corrispondente indennità di ordine pubblico.

Trattamento economico RPC: cosa dice la circolare del Ministero dell’Interno

La circolare del Ministero dell’Interno, firmata dal prefetto Messina, delinea il trattamento economico del personale dei Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato, chiarendo alcuni dubbi.

L’impiego dei RPC avviene in attività di controllo del territorio in occasione di rilevanti interventi di prevenzione e di supporto in operazioni di Polizia Giudiziaria. Le attività dei RPC possono essere sintetizzate in due modalità di azione:

  • Servizi straordinari di controllo del territorio, volti ad innalzare i livelli di ordine e sicurezza pubblica in aree in cui le varie forme di illegalità minacciano la pacifica convivenza civile;
  • Supporto ad attività di Polizia Giudiziaria particolarmente complesse, per l’espletamento delle quali l’impiego delle sole risorse territoriali non sarebbe, per diverse ragioni, adeguato ed opportuno.

Alla luce dell’impiego sempre maggiore, tenuto conto anche della momentanea riduzione significativa del personale dei RPC, si sono ravvisate alcune difformità o dubbi interpretativi per ciò che concerne il trattamento economico del personale dei suddetti Reparti, da parte degli Uffici che ne richiedono l’impiego.

Nella fattispecie, è emerso che:

  • In alcune realtà, l’indennità per le attività straordinarie di controllo del territorio non viene attribuita, per talune interpretazioni non sempre omogenee e costanti nel tempo;
  • Per il supporto alle operazioni di Polizia Giudiziaria, l’attuale previsione che le spese di missione siano a carico dell’Ufficio richiedente tende a limitare il ricorso ai RPC o a ingenerare complesse elaborazioni contabili che aggravano il lavoro delle diverse articolazioni coinvolte.

Trattamento economico RPC: in cosa consiste

Al fine di evitare qualsivoglia difformità, il Ministero dell’Interno, d’intesa con la Segretaria del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha deciso che al personale dei RPC venga, in ogni caso, riconosciuto, per le attività operative straordinarie di controllo del territorio, il trattamento economico di ordine pubblico.

L’indennità di ordine pubblico in relazione all’effettivo impiego nei servizi in sede ammonta a 13,00 euro e viene corrisposta per ciascun turno di servizio giornaliero della durata di almeno 4 ore; mentre, l’indennità di ordine pubblico fuori sede è corrisposta per ciascun turno di servizio giornaliero della durata di almeno 4 ore, e la misura unica è di 26,00 euro (secondo quanto disposto all’articolo 10 del decreto del Presidente della repubblica 18 giugno 2022, n. 164).

Il trattamento verrà corrisposto in ragione di ciascun turno di servizio giornaliero effettuato, purché della durata di almeno quattro ore; qualora il servizio di ordine pubblico effettuato fuori sede abbia una durata inferiore verrà corrisposto, in luogo del trattamento di ordine pubblico fuori sede, il trattamento di missione.

Se il personale dei RPC viene impiegato in ausilio a operazioni di Polizia Giudiziaria, i costi di missione saranno imputati allo specifico budget di spesa della Direzione Centrale. È stato stimato, infatti che la rimodulazione non comporterà un aggravio di spesa, ma solo una sua diversa redistribuzione dei relativi capitoli.

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