Polizia Locale, stop alle multe: ecco dove non si possono più fare e perché

Polizia Locale, stop alle multe: ecco dove non si possono più fare e perché

I vigili urbani di Roma non possono più fare multe. È bloccato l’accesso alla banca dati delle Motorizzazione Civile.

Gli operatori della Polizia Locale di Roma non possono più fare multe. È quanto sta accadendo nella Capitale da qualche giorno, precisamente dal 4 gennaio 2023, data di scadenza della convenzione tra Amministrazione di Roma Capitale e il Ministero dei Trasporti in merito alla banca dati della Motorizzazione Civile che risulta scaduta e non rinnovata.

Questa vicenda, che ha fatto infuriare le sigle sindacali di settore, con Marco Milani, segretario aggiunto del Sulpl (Sindacato unitario lavoratori polizia locale) che ha denunciato quanto sta accadendo e l’impossibilità per i vigili urbani di multare i trasgressori del Codice della Strada.

Una vicenda che ha del paradossale e che provocherà un danno all’erario di 2,5 milioni di euro.

Perché la Polizia Locale di Roma non può fare più multe

Dal 4 gennaio 2023, la Polizia Locale di Roma non può più multare i cittadini che violano il Codice della Strada: stop alle sanzioni per chi parcheggia in doppia fila o passa con il rosso al semaforo, o per chi sfreccia a tutta velocità di fronte ad un autovelox. Perché? Vi starete domandando.

È presto detto. Mercoledì scorso (4 gennaio 2023) è scaduta la convenzione tra l’Amministrazione di Roma Capitale e il Ministero dei Trasporti per l’accesso, da parte degli operatori della Polizia Locale, alla banca dati della Motorizzazione Civile che consente loro di risalire alle generalità dei trasgressori.

A differenza delle altre Forze dell’Ordine che accedono al servizio gratuitamente, per gli agenti della municipale è a pagamento. Il mancato rinnovo della convenzione sta provocando una vera e propria paralisi, con i caschi bianche che non sanno a chi notificare le contravvenzioni.

Perché non è stata rinnovata la convenzione con la Motorizzazione Civile

Milani del Sulpl ha denunciato quanto sta accedendo, tutta colpa di un contenzioso datato: “La perdita dell’accesso alla banca dati della motorizzazione civile rischia di paralizzare di fatto l’esito della gran parte delle attività sanzionatorie e di controllo del Corpo, inferendo all’efficienza dello stesso il definitivo colpo di grazia”.

Gli agenti hanno le mani legate e il Comune non vuole pagare per un servizio che dovrebbe essere gratuito anche per la Polizia Locale. Come riporta il Messaggero: “Essendo noi inquadrati come dipendenti comunali possiamo ottenere queste informazioni solo se c’è in essere una convenzione o un contratto con il ministero”.

Tutto questo accade, prosegue Milani “dopo la spaventosa carenza organica, la soppressione di alcuni gruppi speciali, il bizzarro nuovo impiego dei gruppi Spe e Gssu nelle piazze del centro, il pasticcio del mancato rinnovo della convenzione sulle visite periodiche dell’armamento, scaduta da quattro anni, il dimezzamento dei numeri sulle multe elevate rispetto al 2016”.

Poi, l’appello al sindaco Gualtieri affinché prenda atto che c’è una carenza organica di 3.000 unità e un ordinamento professionale non al passo con i tempi.

Dal canto suo, il Campidoglio ha detto che da tempo è stato richiesto che l’accesso ai sistemi sia gratuito anche per i vigili urbani.

Ugo Angeloni, numero uno del comando generale del corpo romano, chiarisce che le multe, accedendo al Pra, Pubblico registro automobilistico, posso comunque essere emesse. Anche in questo caso, però, essendo il servizio a pagamento, non tutti gli agenti hanno le password, e soprattutto, le informazioni potrebbero essere parziali rispetto a quelle contenute nel database della Motorizzazione civile.

Stop multe: conseguenze

Non avere la possibilità di sapere a chi notificare le multe ha come conseguenza che le infrazioni dinamiche, come l’eccesso di velocità registrato dagli autovelox o il passaggio non autorizzato nelle zone a traffico limitato, non possono essere contestate e, scaduti i termini per la notifica, la contravvenzione diventa inesigibile.

L’effetto domino è presto detto: il blocco si ripercuote a cascata anche su tutta l’attività investigativa oltre a quella dei controlli: impossibile risalire agli intestatari di veicoli utilizzati per lo scarico illecito dei rifiuti, così come rintracciare eventuali ‘pirati della strada’.

Stop multe: quanti soldi si stanno perdendo?

Dalla scadenza della convezione all’11 gennaio 2023, gli operatori della Polizia Locale di Roma hanno emesso 50mila multe, con un mancato incasso per la Capitale di 2,5 milioni di euro.

Senza la convenzione e l’accesso alla banca dati della Motorizzazione si perdono anche le spese di gestione dal momento che il Comune per le sanzioni che effettua con gli agenti e la documentazione successiva che produce si rifà sul trasgressore.

Molti di noi, soprattutto in zone periferiche, - racconta un altro agente sempre al Messaggero - che si trovano a vagliare le immagini delle fototrappole in prossimità dei cassonetti dei rifiuti quando vedono delle infrazioni chiedono ausilio alle altre forze dell’ordine per risalire al proprietario di quel mezzo, ma capite che così non si può andare avanti”.

Tutto questo porta ad un danno enorme per l’erario e ad un allungamento abnorme dei tempi, a vantaggio di chi non rispetta le regole.

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