Pistola taser: come si usa e quando, i limiti imposti dalla legge

Pistola taser: come si usa e quando, i limiti imposti dalla legge

In dotazione alla Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, l’arma non letale servirà a bloccare i delinquenti mediante scariche elettriche.

A partire da oggi, il personale della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza sarà dotato di taser.

Al momento la pistola elettrica è stata distribuita in 18 città italiane, per un totale di 4.482 armi, ma la Ministra dell’ Interno, Luciana Lamorgese, spera che entro la fine di maggio la dotazione possa allargarsi anche alle restanti aree del territorio nazionale.

Introdotto per la prima volta nel Regno Unito nel 2004, il taser è a tutti gli effetti un’arma, ma non letale, che può sparare un numero limitato di “colpi” e può essere utilizzato solo in casi di estremo pericolo per la vita dell’agente o per la sicurezza pubblica.

Seppur non sia letale, per la legge è considerata una vera e propria arma, dal momento che per azionarla si preme un grilletto, e quindi deve essere usata con raziocinio.

Pistola taser: come si usa e quando

Sono 4.482 le armi ad impulso elettrico, di colore giallo fluo, in dotazione alle Forze di Polizia e ai Carabinieri che tengono il taser attaccato al cinturone quando sono in servizio di pattuglia. La pistola ad impulsi elettrici potrà aiutare le Forze dell’Ordine nella lotta alla criminalità.

Il taser viene impiegato in 14 Città metropolitane e nei 4 capoluoghi di provincia:

  • Brindisi;
  • Caserta;
  • Reggio Emilia;
  • Padova.

Grazie all’adozione del dispositivo, le forze di polizia saranno in grado di gestire in modo più efficace e sicuro le situazioni critiche e di pericolo” ha dichiarato Lamorgese.

In caso di pericolo si sfodera l’arma e la si mostra; quindi, si preme il grilletto e si aziona il raggio elettrico di avvertimento. L’arma è in grado di scagliare due dardi collegati a fili conduttori che trasmettono una scarica di 63 microcoulomb di elettricità per 5 secondi.

Pistola taser: i limiti imposti dalla legge

L’uso della pistola taser è consentito esclusivamente nei casi previsti dalla vigente norma per l’uso delle armi (art. 53 del Codice penale) oltre ad essere verificata la visibile condizione di vulnerabilità del soggetto.

Nell’art. 55 del C.p. vengono disciplinate le ipotesi di accesso colposo ogniqualvolta sussistano i presupposti di una delle cause di giustificazione e il soggetto ne valica i limiti. Deve essere l’agente a dover operare una distinzione tra eccesso nel fine ed eccesso nei mezzi.

I maggiori problemi interpretativi della norma in esame sono focalizzati proprio sui tre concetti:

  • Necessità;
  • Urgenza;
  • Legittimo ricorso alla forza.

Pistola taser: come funziona per i cittadini

Trattandosi di un’arma non letale, poiché non a fuoco, ma pur sempre considerata propriamente un’arma, il taser immobilizza con scariche elettriche il soggetto colto in flagranza di reato e lo paralizza per circa 5 secondi.

Il soggetto non è quindi in grado di muovere le articolazioni e subisce una contrattura muscolare. La mente rimane lucida e in grado di ascoltare. L’effetto di immobilità svanisce in pochi secondi, ma nonostante le condizioni del soggetto coinvolto, gli agenti sono obbligati a chiamare il personale sanitario che deve sincerarsi che la persona non abbia subito danni.

Secondo quanto affermato da uno studio dell’Università di Cambridge, la pistola taser ha aumentato il rischio che la polizia usi la violenza e che gli agenti vengano aggrediti. L’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) lo ha definito come uno strumento di tortura.

Come riportato dall’agenzia Reuters, dall’inizio degli anni 2000, negli USA sono state colpite a morte da taser circa 1.042 persone. Le autopsie di 712 vittime censite hanno evidenziato che in 153 casi, il taser è stata l’unica causa di morte o un fattore che ha portato al decesso.

Inoltre, il taser può interferire con alcuni dispositivi medici, come il pacemaker, e se il soggetto è cardiopatico o tossico dipendente, può rivelarsi un’arma letale, anche se chi lo utilizza non ha nessuna intenzione di uccidere.

Pistola taser: l’iter che ha condotto all’utilizzo

Taser è l’acronimo di Thomas Swift’s Electric Rifle, ovvero “fucile elettrico di Thomas A. Swift” che prende il nome dal romanzo del 1911 “Tom Swift and His Electric Rifle” di Victor Appleton, e viene comunemente chiamato “pistola elettrica” o “storditore elettrico”.

L’iter che ha portato all’introduzione della pistola taser per le Forze di Polizia è stato lungo e travagliato. Nell’ottobre 2018, l’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini si fece promotore del decreto-legge, poi convertito in legge alla fine dell’anno, che portò all’introduzione del taser in alcune zone del Paese con un periodo di prova.

Con il via libera alla modifica delle norme del DPR del 5 ottobre 1991, durante il Conte II, nel gennaio 2020 si tornò a parlare di taser che venne utilizzato legalmente in 12 città. Però nel luglio dello stesso anno, con decreto ministeriale, la Ministra Lamorgese, in seguito ad una serie di prove balistiche, sospese l’utilizzo dell’arma poiché ritenuta non idonea, salvo poi dare l’ok e disporne l’introduzione a partire dal 14 marzo 2022.

Per utilizzare il taser occorre la licenza e seguire un corso specializzato.