Permesso per vaccinazione, Forze Armate: come funziona e cosa spetta

Permesso per vaccinazione, Forze Armate: come funziona e cosa spetta

La legge stabilisce che l’assenza da lavoro per la somministrazione del vaccino anti Covid è giustificata e priva di decurtazione economica. Vale anche per le Forze Armate.

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge n.3 del 21 gennaio 2022 - che stabilisce le linee guida per il personale della pubblica amministrazione circa la somministrazione del vaccino anti Covid - anche il personale militare potrà godere dei medesimi benefici già garantiti alla P.A.

È quanto si legge nella nota diramata da ASPMI (Associazione Sindacale Professionisti Militari) che plaude alla decisione del legislatore, ritenendone l’esito per nulla scontato:

Quando ASPMI fece uscire la notizia si assunse una responsabilità di fronte al personale dando per scontato l’applicazione anche al mondo con le stellette dell’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165”.

Una conseguenza per nulla ovvia poiché, prosegue la nota:

L’applicazione dell’articolo a volte va in contrasto con qualche pensiero "tecnico" di settore che stenta ad interpretare in forma estensiva i benefici derivanti dall’applicazione dell’articolo del Dlgs 165 il quale di fatto, su alcune norme, equipara il personale del pubblico impiego al personale militare. Che si badi bene alle parole usate: "su alcune norme". Poiché il personale militare ha altre fonti giuridiche di riferimento”.

Vaccinazione Forze Armate: cosa dice la norma

La legge n.3 del 21 gennaio 2022 (conversione del decreto del 26 novembre 2021 n.172) contiene al proprio interno le “Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da ‘Covid-19’ e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali”.

Tra le principali novità per gli Enti locali figura l’introduzione dell’art.2-bis che concerne le “Misure per il personale delle Pubbliche Amministrazioni”.

Nel su citato articolo si informa che l’assenza dal lavoro per chi svolge un’attività lavorativa a tempo indeterminato e a tempo determinato della PA - art.1, comma 2, del Dlgs n.65/2001 - per la somministrazione del vaccino anti-Covid è giustificata e non determina alcuna decurtazione del trattamento economico, né fondamentale, né accessorio.

Quindi, la giornata in cui non si va al lavoro perché ci si sottopone al vaccino, sarà considerata - a tutti gli effetti - come se fosse stata lavorata.

La strada che la Direzione Generale ha intrapreso è da ritenersi di buon senso”. Il personale militare - precisa la nota ASMPI - “pur avendo delle leggi ’speciali’ non deve essere penalizzato solo perché qualcuno vorrebbe applicare il concetto della ’specificità’ in forma restrittiva”.

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