Perché l’Esercito italiano si trova in Iraq: a cosa serve l’operazione “Always Connected”

Perché l'Esercito italiano si trova in Iraq: a cosa serve l'operazione “Always Connected”

Le esercitazioni del nostro Esercito con le forze della Coalizione servono a contribuire ad un elevato livello di sicurezza.

L’Esercito italiano è impegno nella missione in Iraq, nell’ambito dell’operazione “Always Connected”, di concerto con le Forze internazionali.

Infatti, l’Italia guida le operazioni e collabora con gli omologhi americani, ungheresi, olandesi e finlandesi, sotto la supervisione della G6 Branch del Comando, branca responsabile delle comunicazioni che ha coinvolto assetti trasmissivi di tutta la missione ed è rivolta a testare l’interoperabilità degli apparati radio tra equipaggiamenti differenti.

L’esercitazione si inserisce tra le attività addestrative congiunte in un contesto collaborativo e di cooperazione che si manifesta nello spirito comune di “soldati in missione”.

Esercito italiano in Iraq: in cosa è impegnato

Il contingente italiano operante su base Brigata Alpina Julia, in Iraq, partecipa all’esercitazione “Always Connected” al fine di:

  • Testare sul terreno le proprie capacità operative;
  • Affinare le capacità di Comando e Controllo del proprio personale;
  • Testare le procedure, migliorare i collegamenti e l’interoperabilità dei sistemi di comunicazione.

I trasmettitori della Task Force C5 (Comando, Controllo, Comunicazione, Computer, Cyber), su base 2° Reggimento trasmissioni alpino, responsabili di fornire servizi di comunicazione per tutto il Contingente, hanno schierato i differenti assetti in grado di garantire in ogni circostanza, le comunicazioni tra i diversi partner della Coalizione.

Esercito italiano in Iraq: le forze in campo

La nota del Ministero della Difesa evidenzia che le forze italiane impegnate nell’operazione in Iraq sono:

  • 650 militari;
  • 97 mezzi terrestri;
  • 11 mezzi aerei.

L’addestramento delle Forze di Sicurezza curde (Peshmerga) ed irachene si svolge principalmente nelle sedi di Erbil (Kurdistan) e Baghdad (Irak).

Ad Erbil l’attività viene svolta da personale dell’Esercito inquadrato nella Task Force Land, costituita a gennaio 2015 ed inquadrata, precedentemente, nel Kurdistan Training Coordination Center (KTCC), sostituito nel primo semestre 2020 dal Kurdistan Mentoring Coordination Center (KMCC), il cambio di denominazione è stato fatto in ragione del passaggio dalla funzione “training” alla funzione “mentoring” del programma previsto alla fase IV dell’operazione.

Il comando è attribuito alternativamente per un semestre all’Italia e alla Germania, e ad esso contribuiscono nove nazioni, con propri addestratori (Italia, Germania, Olanda, Finlandia, Svezia, Gran Bretagna, Ungheria, Slovenia e Turchia).

A Baghdad e a Kirkuk sono presenti uomini delle Forze speciali (appartenenti a tutte le Forze Armate), che addestrano i militari iracheni del Counter Terrorism Service (CTS) e le Forze speciali delle Forze di sicurezza curde.

Esercito italiano in Iraq: perché

Il lavoro svolto dall’Esercito italiano ha lo scopo di contribuire al conseguimento di un elevato livello di sicurezza, ad un aumento professionale delle unità coinvolte, al fine di garantire la protezione delle unità che operano nel Kurdistan iracheno.

I corsi che vengono svolti a favore dei peshmerga sono: formazione basica di fanteria; addestramento all’uso del sistema controcarro Folgore, addestramento all’uso dei mortai e dell’artiglieria, corso per tiratori scelti (snipering), primo soccorso e counter IED.

Argomenti correlati: Esercito italiano