Pensioni Polizia di Stato: niente calcolo dell’assegno, manca il Polo Inps

Pensioni Polizia di Stato: niente calcolo dell'assegno, manca il Polo Inps

Nonostante le sollecitazioni del Coisp nei confronti dell’Amministrazione, la banca dati è ancora un miraggio così come il Polo Inps. La conseguenza è l’aumento esponenziale dei disservizi.

Il personale della Polizia di Stato non potrà conoscere in anticipo l’importo dell’assegno pensionistico che andrà a percepire nel momento in cui verrà posto in quiescenza, per sopraggiunti limiti di età o a domanda.

Tale deficit sopraggiunge poiché la Polizia di Stato non si è ancora dotata di un Polo previdenziale Inps che, mediante una banca dati, incamera la situazione di ciascun lavoratore e genera la somma che il suddetto percepirà al momento della pensione.

È quanto denuncia il Coisp (Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia) che nel corso degli anni non ha mancato di sollecitare e pungolare l’Amministrazione, affinché procedesse all’istituzione del Polo Inps come, peraltro, era già stato fatto dalle altre Forze armate.

A cinque anni dalla prima missiva indirizzata al Direttore dell’Ufficio delle Relazioni Sindacali, Vice Prefetto Maria De Bartolomeis, il Coisp torna nuovamente sull’argomento, dal momento che ancora non è stato risolto.

Ma cos’è il Polo Inps a cui la sigla sindacale della Polizia fa riferimento e a cosa serve di preciso la banca dati?

Scopriamolo insieme, ricostruendo l’intera vicenda

Calcolo pensionistico: chi riguarda

Era l’11 febbraio del 2018, quando il Coisp scrisse la prima lettera indirizzata al Direttore dell’Ufficio delle Relazioni Sindacali, Vice Prefetto Maria De Bartolomeis illustrando le difficoltà a cui andava incontro il personale in procinto di andare in pensione per raggiunti limiti di età o perché ne aveva fatto richiesta.

Il suddetto personale voleva conoscere in anticipo e in linea approssimativa a quanto sarebbe ammontato l’assegno pensionistico che sarebbe andato a percepire.

I poliziotti che desiderano conoscere l’importo dell’assegno sono quei

“colleghi dichiarati inidonei al servizio di polizia dalla C.M.O. e che si trovavano di fronte alla scelta se proseguire il proprio percorso professionale nei ruoli tecnici della Polizia di Stato o addirittura nell’Amministrazione civile dell’Interno, oppure andare in pensione se l’importo dell’assegno raggiunto viene ritenuto comunque congruo e sufficiente”.

Calcolo pensionistico: le sollecitazioni del Coisp

Contestualmente alla richiesta, il Coisp rendeva noto che non esisteva un ufficio preposto alla richiesta di tali informazioni e che il personale che voleva chiarire la propria situazione pensionistica, doveva rivolgersi ad un patronato che, a sua volta e salvo rare accezioni, è a digiuno circa la problematica, in particolar modo verso coloro i quali rientrano nel sistema di calcolo misto (retributivo e contributivo).

La richiesta di istituire una serie di uffici a livello territoriale o una help line a cui potersi rivolgere per avere delucidazioni, è stata lettera morta.

Come pure le sollecitazioni al Dipartimento della Pubblica Sicurezza perché si attivasse nei confronti dell’I.N.P.S. al fine di “individuare una Direzione Provinciale del predetto Istituto quale polo unico pensionistico dedicato al personale della Polizia di Stato, così da avere una via di interlocuzione privilegiata per far fronte alle esigenze dell’Amministrazione della P.S. e dei Poliziotti”.

Calcolo pensionistico: cos’è la banca dati

La risposta dell’Ufficio per le Relazioni Sindacali è stata secca. Le informazioni sull’ammontare della pensione spettano all’Inps, veniva chiarito nella nota, riportata sul sito del Coisp, e che l’Amministrazione forniva solo delle indicazioni di massima in ordine alle modalità e ai tempi di cessazione, nonché sul presumibile importo del futuro trattamento pensionistico.

Precisando ancora che l’Amministrazione era impegnata nella costituzione della “banca dati” dove confluiscono tutte le informazioni matricolari ed economiche dei dipendenti che, alla fine del servizio, consentiranno all’INPS di determinare le prestazioni pensionistiche.

La costituzione del Polo unico, veniva precisato, sarebbe stata valutata in seguito all’istituzione della banca dati e che quello sorto a Chieti, in virtù dell’accordo tra Arma dei Carabinieri ed Inps, veniva compensato, per la Polizia, dalle organizzazioni periferiche già presenti sul territorio.

Calcolo pensionistico: la necessità del Polo Inps

Non soddisfatti della risposta dell’Ufficio preposto, nel 2020, il Coisp chiama in causa direttamente il Capo della Polizia, evidenziando come sia necessario dotarsi di un Polo Inps Nazionale anche per loro così come hanno già fatto “Arma dei Carabinieri, Esercito e Guardia di Finanza hanno stipulato accordi appositi con l’INPS” e creato dei “Poli Nazionali destinati agli appartenenti di ogni singola Amministrazione, ove adesso si accentrano tutte le prestazioni dell’Istituto”.

Le prestazioni a cui viene fatto riferimento sono:

  • Posizioni assicurative;
  • Pensioni;
  • Indennità di buonuscita;
  • Procedure di riscatto;
  • Ricongiunzione dei periodi di servizio;
  • Concessioni di prestiti.

Se tutte queste prestazioni vengono tolte alle direzioni provinciali dell’Inps, imputate dei ritardi, e vengono convogliare in un Polo nazionale, si possono risolvere molte delle problematiche lamentate dal personale.

La dotazione del Polo, consente, infatti, di ottimizzare le comunicazioni tra le due istituzioni (INPS e Forza di Polizia/Forza Armata) e uniformare la gestione delle prestazioni, anche sotto il profilo della tempistica, a salvaguardia della continuità di pagamento fra la retribuzione e la pensione, puntualizzando di ritenere “imprescindibile che anche la Polizia di Stato si attivasse in tal senso… provvedendo analogamente alle altre Amministrazioni del Comparto”.

La risposta, giunta dall’Ufficio preposto, recava sempre la prerogativa della banca dati, propedeutica ad un’eventuale Polo Inps:

“costituzione di un sistema analogo a quello già operante per l’Arma presuppone la sistemazione della “banca dati” presso l’Istituto previdenziale. Tale attività si concretizza nella sistemazione delle posizioni contributive del personale della Polizia di Stato che attualmente presenta delle criticità in ordine ai dati confluiti”

e che “sono in corso le necessarie iniziative che permetteranno, una volta concluse, di gestire le posizioni in via centralizzata attraverso la costituzione di un “Polo” dedicato”.

Calcolo pensionistico: come stanno le cose ad oggi

Ad un’ulteriore sollecitazione del Coisp, l’Amministrazione, in data 15 gennaio 2021, ha fatto sapere di aver incaricato una Società, che si avvale della collaborazione dell’Amministrazione e dell’Inps non ha ancora concluso il lavoro sulla banca dati, precisando che “nelle more della costituzione di un sistema centralizzato di gestione delle posizioni pensionistiche e previdenziali, sono stati intrapresi contatti con l’INPS per un puntuale monitoraggio dei pensionamenti del personale, al fine di evitare eventuali criticità nei pagamenti delle prestazioni”.

Quindi, allo stato attuale la situazione è in stallo e di disservizi continuano. Come il caso di Torino dove si sono riscontrati numerose imprecisioni negli importi della pensione e nella corresponsione della liquidazione. Ed è stato complicato comunicare con la sede locale dell’Inps, “non risultando possibile accedere alla stessa, né contattarla telefonicamente, né, tantomeno, dirimere le questioni attraverso il portale internet dell’Istituto previdenziale”.

Alla luce dei fatti, quanto detto dall’Amministrazione circa la perfetta organizzazione delle sedi locali Inps non trova riscontro all’atto pratico.

I disservizi, prosegue il Coisp, sono molti, compreso il numero irrisorio di personale che l’ente destina alla trattazione delle pratiche riguardanti i dipendenti della Polizia di Stato.

Tenuto conto del personale che si appresta alla quiescenza, nell’arco del prossimo anno, “il mancato adeguamento di un servizio di trattazione ed assistenza nel percorso previdenziale non può che peggiorare e rendere insopportabile la situazione”.

Il Coisp attende nuovamente risposte, augurandosi questa volta che siano risolutive.