Missione KFOR Nato, l’Italia assume il comando: perché è importante

Missione KFOR Nato, l'Italia assume il comando: perché è importante

L’Italia ha assunto la guida della missione KFOR in Kosovo, la missione Nato che vede impegnate circa 4.000 unità per mantenere la stabilità in una zona ad alto rischio.

L’Italia ha assunto il comando della missione Nato KFOR in Kosovo. In Capo di Stato Maggiore Difesa Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ha accompagnato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini in occasione della cerimonia di trasferimento all’Italia del comando della missione che sarà guidata dal Generale di Divisione Angelo Michele Ristuccia, che succede al Maggiore Generale ungherese Ferenc Kajári.

Si tratta del 13° mandato italiano alla guida delle Forze multinazionali di pace in servizio nell’area. Il ministro Guerini è stato accolto dal presidente della Repubblica del Kosovo, Vjosa Osmani, dalle rappresentanze Nato e dall’Ambasciatore d’Italia a Pristina, Antonello De Riu.

La missione Nato KFOR è attiva in Kosovo dal 1999 ed è volta a favorire la sicurezza e la stabilità di un’area che potrebbe diventare una polveriera se non attenzionata bene.

Vediamo meglio cos’è la missione Nato KFOR a guida italiana e in cosa sono impegnati i nostri militari.

Missione Nato KFOR: quando nasce

La missione Nato in Kosovo è iniziata il 12 giugno 1999, quando il contingente italiano entrò nel Paese dei Balcani. Dal settembre 1999 e fino alla costituzione del Nato Headquarters Tirana (giugno 2002), alla KFOR risaliva anche la responsabilità dell’operazione Nato in Albania denominata Communication Zone West (COMMZ-W) a guida italiana.

Come si apprende dal sito del Ministero della Difesa, alla fine del 2004, in occasione del termine dell’operazione "Joint Forge" in Bosnia & Erzegovina, con il passaggio delle responsabilità delle operazioni militari dalle forze Nato (SFOR) a quelle della Unione Europea (EUFOR), le autorità Nato decisero di raggruppare tutte le operazioni condotte nell’area balcanica in un unico contesto operativo (definito dalla Joint Operation Area).

Il 5 aprile 2005 nasce l’operazione "Joint Enterprise" che comprendeva le attività di KFOR, l’interazione NATO-UE, e i NATO HQ’s di Skopje, Tirana e Sarajevo.

Dal maggio 2006 è stata avviata la ristrutturazione delle forze che ha visto la trasformazione delle forze militari internazionali in Kosovo da 4 Multinational Brigades a 5 Multinational Task Forces.

Dal 10 gennaio 2010, pur rimanendo inalterati missione e compiti, il livello ordinativo delle Multinational Task Forces è stato ridotto a Multinational Battle Groups (MNBGs) su base Reggimento.

In relazione agli sviluppi di situazione connessi con la dichiarazione di indipendenza del Kosovo, proclamata unilateralmente il 17 febbraio 2008, e la successiva entrata in vigore della relativa Costituzione il 15 giugno 2008, la presenza delle forze Nato è stata incrementata.

Dal 1° marzo 2011 ad agosto 2019 KFOR schierava in Kosovo due Multinational Battle Group (di cui uno a comando italiano), un Reggimento Carabinieri MSU (composto esclusivamente da militari dell’Arma dei Carabinieri), un Reggimento con funzioni di Riserva Tattica (multinazionale), tre unità multinazionali Joint Regional Detachment (JRDs) di cui uno a leadership italiana.

Il 15 agosto 2019, con la ristrutturazione della catena di Comando e Controllo, i Multinational Battle Group si sono trasformati in Regional Command (RC). Inoltre, i comandi multinazionali JRDs sono stati soppressi e le unità da loro dipendenti (Liaison and Monitor Team - LMT) sono transitati sotto il comando dei Regional Command.

Missione KFOR: lo scopo

Lo scopo principale della missione KFOR in Kosovo è quella di concorrere allo svolgimento di un’azione di presenza e deterrenza che mantenga un ambiente sicuro contribuendo al consolidamento della pace e del processo di crescita civile.

Le tensioni nella zona dei Balcani sono storicamente note, come pure i nervi tesi tra Serbia e Kosovo (qui approfondimento); quindi, diventa indispensabile che quell’area sia attenzionata in modo evitare che Mosca, in un prossimo futuro, possa approfittarne.

Missione KFOR: l’impegno dell’Italia

All’operazione "Joint Enterprise" in Kosovo partecipano attualmente 28 Paesi, di cui 20 appartenenti alla Nato e 8 partner, con un impegno complessivo di forze che oggi ammonta a circa 3.800 unità.

L’impegno dell’Italia nella missione KFOR è di 852 militari, 137 mezzi terrestri e 1 mezzo aereo. Il contingente italiano è impegnato in diversi ambiti e mansioni quali:

  • Personale dislocato presso il Comando Nato in Pristina KFOR Head Quarters (KFOR Head Quarters - Quartier Generale di KFOR). Al suo interno operano circa 90 militari appartenenti alle tre Forze Armate e all’Arma dei Carabinieri;
  • Unità a livello Reggimento denominato Regional Command West (RC-W - Comando Regionale - Ovest) dislocato nella base "Villaggio Italia" nei pressi della città di Pec/Peja.

Il nucleo fondamentale di questa unità è costituito dal Reggimento artiglieria terrestre “a Cavallo” della Brigata Pozzuolo del Friuli ed impiega anche militari di Austria, Croazia, Macedonia del Nord, Moldavia, Polonia, Slovenia, Svizzera e Turchia.

Nell’ambito del Regional Command West operano anche 12 Liaison Monitoring Team (LMT - Team di Collegamento e Monitoraggio) con il compito di assicurare un continuo contatto con la popolazione, le istituzioni Governative locali, le organizzazioni nazionali ed internazionali, i partiti politici, ed i rappresentanti delle diverse etnie e religioni presenti sul territorio al fine di acquisire elementi di conoscenza utili al Comando KFOR per lo svolgimento della propria missione, garantendo un "ambiente" sicuro e stabile.

inoltre, vi è anche:

  • Battaglione multinazionale di ricerca informativa - l’Intelligence, Surveillance and Reconnaissance Multinational Battalion (ISR MNBN), costituito dal 1° giugno 2016 e alle dipendenze di KFOR;
  • Un LMT a leadership italiana, inquadrato nel Regional Command East a guida Stati Uniti d’America, che opera nella municipalità della capitale Pristina;
  • Reggimento Carabinieri denominato Multinational Specialized Unit (MSU-Unità Multinazionale Specializzata) situato nella città di Pristina.

L’Arma dei Carabinieri contribuisce alla missione italiana in Kosovo con questa unità altamente specializzata sin dai primi giorni dell’agosto 1999, anno di inizio della missione NATO. Da sempre il reggimento è stato impiegato nella zona nord del paese caratterizzata da una forte presenza di popolazione di etnia serba prevalentemente nella città di Mitrovica.