Ministro della Giustizia: “Chiediamo scusa alla Polizia Penitenziaria”

Ministro della Giustizia: “Chiediamo scusa alla Polizia Penitenziaria”

Il guardasigilli ribadisce la necessità di attuare provvedimenti idonei a migliorare le condizioni di lavoro degli agenti della polizia penitenziaria e del sistema carcerario

Le condizioni in cui lavora la Polizia Penitenziaria sono inaccettabili e mettono in pericolo sia chi lavora nelle carceri, sia chi è fuori”. Queste le parole del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il quale ha poi aggiunto: “Dovremmo dire grazie alla Polizia Penitenziaria e scusarci per le condizioni in cui li abbiamo costretti a lavorare”.

La drammatica situazione che si vive nelle carceri italiane è, infatti, sotto gli occhi di tutti. Il sovraffollamento e le condizioni disumane in cui sono relegati i detenuti è speculare alla condizione di disagio che ogni giorno affrontano i poliziotti penitenziari, i quali ad esempio si trovano a lavorare in netta minoranza numerica rispetto ai detenuti.

I provvedimenti

Nel Decreto Sicurezza sono stati varati 196 milioni di euro da investire per migliorare la vita dei poliziotti penitenziari, ed è inoltre prevista l’assunzione di 1300 nuovi agenti di Polizia Penitenziaria.

Investire risorse dovrebbe, nell’ottica governativa, essere utile al fine di migliorare la qualità del lavoro degli agenti penitenziari così da rendere effettivo, parallelamente, lo scopo di rieducazione dei condannati perseguito con il sistema carcerario.

Tra gli investimenti che si vogliono realizzare, nella lotta al terrorismo, vi è inoltre la creazione di una mappatura che sia idonea a rivelare la vita nelle carceri, sopratutto in relazione alla possibilità di prevenire crimini all’esterno. Ebbene, è necessario quindi dotare i poliziotti penitenziari di strumenti idonei per perseguire un disegno così ambizioso.

Tra i provvedimenti in corso d’opera vi è l’invito aperto a persone dello spettacolo che possano documentare con filmati le opere realizzate per migliorare la vita dei detenuti nelle carceri e della polizia.

In proposito, tra gli obiettivi già concretizzati per il governo, vi è il pool di agenti penitenziari già designati per lavorare a stretto contatto con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.

Le parole del Guardasigilli

Il Ministro della Giustizia, commentando il programma di governo, in corso di realizzazione, ha delineato espressamente le linee di riforma del sistema carcerario:

"Ascolto, confronto, collaborazione: questo è l’approccio metodologico che ritengo essere di maggiore utilità e che intendo perseguire non solo nei confronti del ruolo cruciale svolto dal Parlamento ma anche nei riguardi di tutti i soggetti in vario modo e a vario titolo coinvolti nel servizio di giustizia”.

Ed in particolare, per quanto riguarda il sistema carcerario il Guardasigilli ha affermato: “Quello della detenzione e dell’esecuzione della pena costituisce un settore importante della giustizia sul quale il Dicastero intende impegnarsi a fondo per migliorarne condizioni e funzionamento. Ritengo specifico e imprescindibile partire da una seria e approfondita interlocuzione con gli operatori direttamente coinvolti, la Magistratura di Sorveglianza e l’Amministrazione Penitenziaria. In Tale ambito, obiettivo prioritario sarà realizzare un processo tale che possa superare le carenze strutturali del sistema penitenziario in ogni sua sfaccettatura. L’analisi sul sistema di esecuzione della pena e in particolare sullo stato detentivo ci induce a ribadire la necessità di profondere il massimo dell’impegno per sanare debolezze e deficienze, conseguendo risultati tangibili e misurabili”.