Mario Placanica oggi: cosa fa l’ex Carabiniere che 20 anni fa uccise Carlo Giuliani al G8

Mario Placanica oggi: cosa fa l'ex Carabiniere che 20 anni fa uccise Carlo Giuliani al G8

A vent’anni dai fatti del G8, il carabiniere Mario Placanica che uccise Carlo Giuliani, ancora rimane senza lavoro, in costante lotta con la sua depressione. In dettaglio cosa accadde a Genova e cosa ne è oggi dell’ex carabiniere.

Vent’anni sono trascorsi dai tragici eventi del G8 di Genova, ma per Mario Placanica, il carabiniere che sparò un colpo uccidendo il giovane manifestate Carlo Giuliani, il tempo si è fermato al 20 luglio 2001.

Vent’anni che hanno consumato e logorato l’ormai ex carabiniere, il quale sente su di sé il peso della vita di Carlo e il peso di essere stato una pedina inconsapevole di un gioco molto più grande di lui.

L’ex carabiniere sembra essere una vittima, come Carlo, degli eventi del G8. Vediamo da vicino cosa accadde quel 20 luglio a Genova e cosa ne è stato di Mario Placanica.

Cosa accadde al G8 di Genova: quando Mario Placanica uccise Carlo Giuliani

Quando si annunciò che il G8 del 2001 si sarebbe tenuto a Genova, città che topograficamente non poteva ospitare tutti i 50mila manifestati del movimento No Global, la tragedia era preannunciata.

Nessuno, però, si sarebbe aspetto il tragico epilogo che fu la morte del ventitreenne Carlo Giuliani e i fatti della scuola Diaz.

Le proteste No Global furono pacifiche, fiumi di manifestanti con palloncini scesero nelle piazze, ma a causa delle infiltrazioni dei Black Block la città fu messa a ferro e fuoco causando l’intervento delle Forze dell’Ordine che caricò ingiustamente anche gli attivisti pacifisti.

I manifestanti, attaccati dalla Polizia e dai Carabinieri con gas lacrimogeni e manganelli, reagirono. Si generò un escalation di violenza che si concluse il 20 luglio con la morte di Carlo e i fatti della scuola Armando Diaz.

Carlo era uno dei manifestanti che vedendosi bloccato da un lato dalla Polizia e dall’altra dai Carabinieri, assalì una camionetta dei Carabinieri, bloccata come loro nel mezzo. Su quella camionetta, appena vent’enne, si trovava Mario Placanica.

Davanti a quella violenza Placanica sparò due colpi ad altezza uomo, cercando di difendersi e disperdere la folla. Uno dei proiettili però prese in pieno Carlo che morì.

Mario Placanica: chi è e cosa fa oggi

Placanica a oggi è un uomo distrutto, solo e consumato, come ha raccontato pochi giorni fa in una struggente intervista rilasciata a In Onda su La 7; deve compiere ancora 41 anni eppure si sente già vecchio e maledice il G8 ogni giorno.

Dopo essere stato espulso dal corpo dei Carabinieri, Placanica, non ha più trovato un lavoro per potersi sostenere; caduto in depressione ha avuto accanto solo la sua famiglia che lo ha portato in comunità per essere aiutato.

A volte sono stanco anche a stare seduto - dice nel suo dialetto calabrese - passo le giornate a casa, come se fossi un nullafacente”.

Placanica racconta della difficoltà di poter ripartire specialmente in Calabria, è stato addirittura dichiarato “inabile” al lavoro. Non può lasciare la terra, dove è nato e cresciuto, perché deve accudire la madre, dopo la morte del padre avvenuta l’anno scorso.

Quel giorno per me resta un trauma, trauma per la morte di un ragazzo come me, anche lui vittima in quel giorno tragico. Io non sono un carnefice, non sono un giustiziere. Quel giorno io non avevo la pistola per Mario Placanica, ce l’avevo per l’Arma dei carabinieri, per lo Stato italiano.

Le parole e la storia di Mario Placanica hanno alla fine trovato un loro modo per poter essere ascoltate; infatti da poche settimane è stato pubblicato un libro di cui è coautore con Andrea di Lazzaro, carabiniere in congedo ed editore: “Mario Placanica, il carabiniere distrutto dall’’atto dovuto”.

Le parole del padre di Giuliani: Placanica e mio figlio entrambi vittime

Sono in molti a ritenere colpevole Placanica ma tra quelli che non lo ritengono unico responsabile della morte di Carlo Giuliani è Giuliano Giuliani, il padre del ragazzo.

In qualche modo sono entrambi delle vittime – dice – anche perché io, se devo fare l’elenco dei responsabili dell’omicidio di Carlo, Placanica lo colloco all’ultimo posto. Al primo ci sono quelli che comandavano quel reparto, i due carabinieri ufficiali, che poi hanno fatto una carriera spettacolosa, e il vicequestore che per la polizia ‘associava’ il reparto. Perché la domanda ovvia è questa: se la camionetta viene assaltata, per usare una parolona, da cinque, sei, sette ragazzi, è possibile che a nessuno di quelli che comandavano sia venuto in mente di dire ai cento carabinieri che stavano a 10 o 15 metri di distanza, ‘andiamo a difenderla’? E allora i primi responsabili dell’omicidio di Carlo sono proprio coloro che comandavano quel reparto.

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