Luca Restivo - 29 dicembre 2022
Marina Militare italiana sorveglia le navi russe nel Mediterraneo: rischio escalation?
Le operazioni di sorveglianza in cui è impegnata la nostra Marina servono a disinnescare ogni possibile escalation.
La Marina Militare italiana è impegnata in attività di sorveglianza delle navi russe presenti nel Mediterraneo. A confermarlo è l’Ammiraglio Aurelio De Carolis, comandante in capo della Squadra Navale italiana, che ha messo in risalto la centralità della nostra Marina nelle diverse operazioni navali Ue e Nato.
Il rischio di un’escalation non è confermato ma è palpabile, in ogni caso esiste un problema legato al controllo della flotta russa anche lontano dalle coste italiane.
“A noi il compito di sorvegliare il Mediterraneo e controllare da vicino queste navi. Un forte messaggio dal punto di vista della comunicazione strategica che l’alleanza dà” ha dichiarato De Carolis in concomitanza con la cerimonia di avvicendamento del Comando tattico dell’operazione Mediterraneo Sicuro (Oms), a Taranto.
La cerimonia, tenutasi a bordo di nave San Giorgio, è stata l’occasione per fare il punto su quanto sta facendo la Marina Militare italiana e quali sono le sfide che attendono i nostri militari e tutta l’Alleanza Atlantica.
“Ci muoviamo in un contesto pienamente sinergico con le altre Marine alleate che operano nel Mediterraneo e con tutte le altre operazioni”, facendo riferimento alle operazioni Irini con l’Unione europea e Sea Guardian della Nato.
L’ammiraglio ha fatto anche un accenno alla presenza della portaerei Usa Bush, di cui il cacciatorpediniere Andrea Doria della Marina italiana è stato anche incaricato di “curarne la protezione aerea. Questo ci fa molto piacere”.
Perché la Marina Militare italiana sorveglia le navi russe nel Mediterraneo
La Marina Militare italiana è impegnata nella sorveglianza delle navi russe presenti nel Mediterraneo. La loro presenza non equivale di conseguenza ad una minaccia concreta, in sintesi il rischio escalation al momento non c’è, ma potrebbe esserci, per questo è d’obbligo vigilare.
Al momento i Paesi Nato che si affacciano sul Mediterraneo, Italia in testa, non sono coinvolte da un pericolo diretto.
È bene precisare che Mosca ha sempre utilizzato le rotte del Mediterraneo per la sua flotta e non dimentichiamoci che la Russia ha una base a Tartus, in Siria, diventata un punto cruciale dopo l’invasione in Ucraina e il blocco del Bosforo voluto dalla Turchia.
Ovviamente l’Italia per la sua posizione geografica e il ruolo che svolge la nostra flotta nelle operazioni all’interno del Mediterraneo ricopre un ruolo di primo piano. L’Italia ha diverse unità che operano in contesti disparati e l’impegno è destinato ad aumentare con il crescere delle tensioni tra Mosca e l’Occidente.
“La nostra Marina Militare si muove, nel Mediterraneo, in un contesto di sinergia internazionale con le marine alleate. Oggi abbiamo operazioni nel mare nostrum con l’Unione Europea in Irini e con la Nato in Sea Guardian, si lavora anche insieme alla Portaerei Usa Bush nel Gruppo Portaerei dislocato in area”, ha affermato il Sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago.
Come riporta Il Giornale, la contemporanea presenza nell’Adriatico di unità della flotta statunitense e della flotta russa aveva acceso i riflettori sul controllo delle coste dello Stivale, così come la più recente notizia su un’unità russa nei pressi del gasdotto Tap aveva destato allarme per il rischio di un possibile impiego di questa nave (la Akademik Pashin) a scopo di disturbo, controllo o addirittura di una remota ipotesi di sabotaggio sul modello del Nord Stream.
La Marina e l’Aeronautica hanno costantemente tenuto sotto osservazione i movimenti della nave senza alcun tipo di incidente o pericolo.
Rischio escalation?
Dai vari comandi hanno sempre tenuto a precisare che il controllo delle unità russe non implica necessariamente un’escalation. Si tratta di un compito che la Marina Militare italiana svolge in maniera costante insieme a quella atlantica, come peraltro avviene già dai tempi della Guerra Fredda.
Tuttavia, occorre tenere gli occhi bene aperti perché il problema legato alla sicurezza è sempre dietro l’angolo. Il Mediterraneo è un crocevia economico, commerciale, umano indescrivibile, oltre a custodire nei suoi fondali gasdotti, oleodotti e cavi sottomarini per le telecomunicazioni.
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