Gruppo Operativo Mobile (G.O.M.): cos’è e come nasce il reparto speciale della Polizia Penitenziaria

Gruppo Operativo Mobile (G.O.M.): cos'è e come nasce il reparto speciale della Polizia Penitenziaria

Ventidue anni fa nasceva il G.O.M., il reparto mobile di Polizia Penitenziaria il cui compito è quello di rendere efficiente il servizio di custodia dei detenuti più pericolosi.

Il Gruppo Operativo Mobile (G.O.M.) della Polizia Penitenziaria venne istituito nel 1997 con un provvedimento firmato da Michele Coiro a quel tempo a capo del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria.

Successivamente, il Decreto Ministeriale del 19 febbraio 1999 firmato dall’allora Ministro della Giustizia Oliviero Diliberto sancì il definitivo riconoscimento del G.O.M.

Un ulteriore decreto ministeriale del 4 giugno 2007 gli attribuì invece la qualifica di unità a livello dirigenziale non generale.

Il G.O.M. è nato per provvedere al servizio di custodia dei detenuti sottoposti al regime differenziato previsto dall’art. 41 Bis. comma 2 dell’Ordinamento Penitenziario.

Il 41 Bis è una norma introdotta nel giugno del 1992 in occasione del “super decreto antimafia”. Venne definita in risposta alle stragi mafiose in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino e gli agenti delle loro scorte. Non è altro che il regime carcerario “dedicato” ai condannati per associazione mafiosa.

L’obiettivo del 41 Bis è quello di eliminare ogni loro possibile contatto con l’esterno specialmente con l’organizzazione criminale cui appartengono. Proprio per attuare nel modo più efficace possibile la norma venne creato il Gruppo Operativo Mobile.

Le origini del Gruppo Operativo Mobile

Il G.O.M. ha origini più lontane. Riunisce le caratteristiche e i compiti di due reparti a lui antecedenti:

  • lo “S.C.O.P.P.” (Coordinamento delle attività operative di Polizia Penitenziaria) che fu istituito nei primi anni 90 per favorire la sicura esecuzione dei processi;
  • Battaglione Mobile” appartenente al Corpo degli Agenti di Custodia che operava tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli ‘80.

In quegli anni, ‘80 e ‘90, si erano succedute molte evasioni e in aggiunta 56 omicidi commessi fra detenuti all’interno delle carceri. L’episodio più grave però accadde nel 1996 quando l’Agente di Polizia Penitenziaria Giuseppe Montalto venne ucciso da detenuti mafiosi per non aver ceduto alle loro richieste. Montalto perse la vita mentre era in servizio nel Carcere di Palermo “Ucciardone”.

Erano quindi evidenti le difficoltà nel garantire la sicurezza all’interno degli Istituti Penitenziari e l’inadeguatezza dell’organizzazione messa in piedi dall’Amministrazione Penitenziaria stessa.

Cosa fa il G.O.M.

Diversi sono i compiti del G.O.M., tra questi ricordiamo:

  • custodia e controllo dei detenuti ad altissimo indice di pericolosità, sottoposti all’art. 41 Bis comma 2 della legge del 26 Luglio 1975;
  • custodia e controllo dei detenuti che collaborano con la giustizia perché ritenuti dalla Direzione Generale maggiormente esposti a rischio;
  • gestione di situazioni di disordine e ripristino della sicurezza all’interno delle carceri (es. rivolte carcerarie) laddove non sia necessario l’intervento dei Reparti Speciali come le Teste di cuoio dei Carabinieri (GIS) o della Polizia di Stato (NOCS);
  • intervento in situazioni di ordine pubblico in collaborazione con altre Forze dell’Ordine;
  • effettuare piantonamenti esterni dei detenuti ad altissimo indice di pericolosità e con particolare posizione processuale. I piantonamenti possono essere effettuati con modalità operative anche in deroga alle vigenti disposizioni amministrative in materia.

Al fine di tutelare e aumentare i livelli di sicurezza, il personale del G.O.M. non rimane in pianta stabile nella sede dove presta servizio ma ruota con cadenza quadrimestrale nei Reparti Operativi dei diversi Istituti Penitenziari dislocati in tutto il territorio.

Come entrare nel Gruppo Operativo Mobile?

Possono entrare a far parte del G.O.M. tutti coloro che appartengono al Corpo di Polizia Penitenziaria e che fanno richiesta attraverso un’istanza da compilare e inviare al Direttore dell’Istituto Penitenziario cui si appartiene. Quando venne costituito, l’organico del G.O.M. era di 250 unità a cui vennero aggiunti 120 agenti scelti tra il personale di Polizia assunto nel 1996 tramite concorso pubblico.

Ad oggi la procedura di selezione prevede che:

  • le istanze compilate arrivino alla direzione del Gruppo degli Istituti Penitenziari;
  • la precedenza venga data alle istanze provenienti dal Sud Italia;
  • dopo un primo controllo dei precedenti di servizio (anche disciplinari e penali), si richiede al Vice Capo del Dipartimento che l’agente venga inviato in servizio per trenta giorni con l’obiettivo di valutarne le capacità;
  • il Comandante del Reparto valuterà l’agente in prova e qualora lo ritenga idoneo, redigerà un rapporto informativo che dovrà essere confermato dal Direttore dell’Istituto Penitenziario;
  • se il periodo di prova viene superato con successo, si entrerà a far parte del Gruppo Operativo Mobile.

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