Giuramento Presidente della Repubblica: le tappe e i simboli più importanti

Giuramento Presidente della Repubblica: le tappe e i simboli più importanti

Il giuramento del Presidente della Repubblica è un cerimoniale che si ripete da oltre settant’anni. Ecco la descrizione di questa tradizionale liturgia.

Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione”.

Queste le parole pronunciate nel 2015 da Sergio Mattarella al momento della sua nomina come Presidente della Repubblica, e oggi, alle 15:30, quel giuramento verrà ripetuto. Dopo aver ricevuto la comunicazione dell’avvenuta elezione dei presidenti di Camera e Senato, il Capo dello Stato dovrà aspettare la scadenza del suo mandato per succedere a se stesso.

Nel 2015 Sergio Mattarella era poco conosciuto e quindi poco acclamato dagli italiani. Oggi, invece, sembra essere sostenuto dalla maggioranza. Ciò potrebbe rappresentare un incoraggiamento per il Presidente, ma, allo stesso tempo, potrebbe rivelarsi una difficoltà. Le aspettative sono tante, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo ora, ed esserne all’altezza non è cosa da poco.

Come funziona il giuramento del Presidente della Repubblica

Come per molte altre celebrazioni anche il giuramento di chi viene eletto come Capo dello Stato è una cerimonia che prevede una serie di regole e un rituale curato nei dettagli e ben organizzato. Montecitorio è stata decorata con bandiere tricolore e drappi di velluto. Sono previsti, inoltre, colpi di cannone che spareranno a salve e rintocchi di campane.

Ma vediamo più nel dettaglio come avviene la cerimonia.

  • Da oltre settant’anni il cerimoniale è sempre lo stesso, ma l’eccezionalità del doppio mandato modificherà un po’ le procedure. Di solito il Presidente appena eletto va a Montecitorio partendo da casa sua, ma questa volta il Segretario generale della Camera andrà al Quirinale per accompagnare Mattarella.
  • Dal momento in cui il corteo parte cominciano a suonare le campane di Montecitorio e queste smetteranno una volta che Mattarella sarà entrato in aula.
  • Non appena il giuramento si conclude, riprendono i rintocchi delle campane e un rappresentante dell’esercito comunica al colle del Gianicolo l’ordine di far partire i tradizionali ventuno colpi a salve.
  • Terminato il discorso di insediamento, che di solito dura venti minuti, il Presidente può uscire per essere subito accolto da un picchetto d’onore e dalla banda militare.
  • Il corteo riprende quindi sull’auto presidenziale, la classica Lancia Flaminia, scortata dai Corazzieri a cavallo in alta uniforme, Carabinieri che fanno da guardia d’onore al Presidente della Repubblica. Questa fase del corteo prevede anche la presenza del Presidente del Consiglio, che accompagna il Presidente della Repubblica all’Altare della Patria, in piazza Venezia, per omaggiare il Milite Ignoto.
  • La Flaminia ora può ripartire e dirigersi verso via IV novembre per raggiungere il palazzo del Quirinale, fermandosi al cortile d’onore dove è schierata una selezione di reparti delle forze armate. Essendo anche capo delle forze armate, il Presidente le passa in rassegna.
  • Dopodiché il Presidente del Consiglio, come gesto di cortesia, rimette il suo mandato nelle mani del nuovo Presidente, il quale rifiuta le dimissioni.
  • Quando il nuovo Presidente prende possesso della residenza, viene issato lo stendardo presidenziale, che sventola sul torrino del Quirinale insieme alla bandiera italiana e a quella dell’Unione Europea.

I simboli del galateo

Abbiamo appena descritto i dettagli della cerimonia. Il rito prevede una serie di tappe ben scandite e organizzate che dovranno essere rispettate rigorosamente sia da Mattarella che dagli altri partecipanti politici e militari.

Una volta letto come avviene la cerimonia di giuramento, è interessante conoscere la storia che c’è dietro alcuni dei simboli che caratterizzano questo evento:

  • Lo stendardo presidenziale che conclude la cerimonia, fu introdotto da Ciampi nel 2000. È di colore blu, per rappresentare le forze armate, contiene lo stemma repubblicano e riprende la forma della bandiera della prima Repubblica italiana di inizio ‘800.
  • La Lancia Flaminia presidenziale, invece, è un’automobile d’epoca di cui esistono solo quattro esemplari, disegnati appositamente da Pininfarina tra il 1960 e il 1961. La Flaminia presidenziale è più particolare di quella classica per via del tettuccio decappottabile e dei rapporti speciali che le si sono adattati: utilizzata per cortei e cerimonie è importante che il veicolo non superi mai una certa velocità, così che l’auto è più lenta delle altre. I modelli di Flaminia presidenziale sono tutti blu notte e con i sedili in pelle nera: si chiamano Belfiore, Belvedere, Belsito e Belmonte (dai nomi di quattro cavalli purosangue che appartenevano alle scuderie dell’epoca). Da allora la Flaminia viene utilizzata regolarmente per la parata del 2 giugno e per il giorno dell’insediamento. Soltanto Belfiore e Belvedere sono ancora operative, mentre gli altri due modelli sono stati donati da Ciampi: Belsito al Museo della Motorizzazione militare di Roma e Belmonte al Museo dell’Automobile di Torino.
  • I 35 splendidi esemplari di cavalli, bai e morelli, in 7 file da 5, sono cavalli abituati al rumore della città e ben addestrati a mantenere le posizioni e a continuare in perfetto ordine. Il cavallo e cavaliere insieme arrivano a 3 metri e l’alta statura non è un caso ma un retaggio del passato: la cavalleria, infatti, doveva incutere timore già solo alla vista.