Forze armate, nasce il Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della cultura della Difesa: ecco a cosa serve

Forze armate, nasce il Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della cultura della Difesa: ecco a cosa serve

Al via un nuovo think tank al Ministero della Difesa composto da esperti del mondo della cultura che elaborerà documenti, direttive e proposte.

Grandi novità nelle Forze armate, ma questa volta nulla a che fare con nuove acquisizioni (vedi le nuove mitragliatrici) o aumenti di stipendio per il personale.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha deciso, insieme al governo Meloni, di istituire un Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della cultura della Difesa, presieduto proprio dal ministro.

Il Comitato, che si compone di esperti nell’ambito della comunicazione, ha lo scopo di far conoscere al mondo, in una chiave comunicativa efficace, l’importanza degli investimenti nel settore della Difesa.

Oggigiorno è molto importante l’aspetto legato alla comunicazione e in questo le Forze armate non vogliono essere da meno.

Si tratta di un vero e proprio think tank con persone scelte dal ministro, che ha dichiarato che “servono approcci innovativi per continuare a essere efficaci nel garantire la sicurezza della Nazione e sono convinto che un dialogo strutturale tra il mondo militare, il sistema universitario, l’industria di settore e l’ambiente dell’informazione sia uno strumento essenziale per conseguire l’obiettivo”.

Scopriamo di più sul Comitato, chi ne fa parte e di cosa si occuperà.

Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della cultura della Difesa: cos’è

Nel comunicato stampa diramato dal Ministero della Difesa viene illustrata la nascita del Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della cultura della Difesa che si avvale del contributo della società civile, “favorendo uno sguardo aperto che sommi alla capacità di analisi delle strutture militari quello di professionalità d’eccellenza”.

Insomma, una sorta di connubio mondo militare e culturale. Trovandoci in una situazione di cambiamento, l’aspetto comunicativo non può e non deve essere trascurato, per questo motivo, ha dichiarato il Ministro Crosetto, servono approcci innovativi.

Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della cultura della Difesa: di cosa si occupa

Il Comitato, istituito con decreto a firma del ministro Crosetto, si riunirà a Palazzo Baracchini e avrà il compito di:

  • Sviluppare e valorizzare la cultura della Difesa;
  • Essere un luogo di ascolto del “Sistema Difesa”;
  • Elaborare documenti, direttive, proposte di autoregolazione per supportare una visione innovativa nell’ambito della comunicazione e delle relazioni istituzionali;
  • Promuovere a livello nazionale un percorso di comunicazione che valorizzi al massimo le capacità della Difesa.

Si tratta di strutture e funzioni poco note, quali quelle industriali, sanitarie, formative, giurisdizionali, di ricerca, sviluppo e innovazione.

Sarà importante anche il ruolo della comunicazione istituzionale “per far conoscere l’entusiasmo, la passione, e la dedizione - in sintesi i valori - che caratterizzano l’agire e l’essere del personale della Difesa”.

Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della cultura della Difesa: da chi è composto

Il Comitato è presieduto dal ministro della Difesa Crosetto, ed è composto da: Geminello Alvi (economista), Giulio Anselmi (Presidente dell’agenzia di stampa “ANSA”), Pietrangelo Buttafuoco (scrittore), Anna Coliva (storica dell’arte), Pier Domenico Garrone (Consigliere del Ministro per le tematiche correlate alla comunicazione istituzionale e le strategie per valorizzare la cultura della difesa e Fondatore de “Il Comunicatore italiano”), Michèle Roberta Lavagna (Professore ordinario del Politecnico di Milano, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali), Giancarlo Leone (Presidente Associazione Produttori Audiovisivi), Angelo Panebianco (editorialista), Vittorio Emanuele Parsi (Professore ordinario dell’Università cattolica del Sacro Cuore e Direttore dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni internazionali della medesima Università), Angelo Maria Petroni (Segretario generale Aspen Institute), Gianni Riotta (editorialista), Fabio Tamburini (Direttore de “Il Sole 24 ore”), Antonio Zoccoli (Professore ordinario dell’Università di Bologna, Presidente dell’Associazione Big Data), Filippo Maria Grasso (Direttore Relazioni Istituzionali di Leonardo).

I componenti, ha fatto sapere il ministro, hanno accettato l’incarico a titolo gratuito.

Inoltre, il Comitato potrà avvalersi di personalità ed organismi della comunicazione o dei think tank che, man mano, verranno chiamati ad esprimere il proprio contributo di pensiero e ai lavori potranno prendere parte, se ritenuto dal Presidente, anche il Capo di Gabinetto e il Capo dell’Ufficio Legislativo del Ministro della Difesa.

Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della cultura della Difesa: le nuove sfide

Le nuove sfide che si appresta ad affrontare il Comitato riguardano l’innovazione e la comunicazione, creando una mutua contaminazione reciprocamente vantaggiosa con il mondo civile, mediante un sistema dinamico di relazioni con i principali attori istituzionali, con la società e con il mondo del lavoro.

Il ministro ha rimarcato che le Forze armate sono impiegate per tutelare gli interessi nazionali e il “Sistema Difesa” rappresenta uno strumento di politica estera, nonché un formidabile volano di crescita per il Paese.

Per questo motivo, in un rinnovato e complesso quadro geopolitico, dovrà cambiare la percezione dello Strumento militare nazionale rispetto al passato.

“Occorre divulgare - aggiunge il ministro - che gli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore risultano fecondi non solo per la Difesa sotto il duplice profilo dell’operatività dello strumento militare e dello sviluppo industriale, ma anche per il sistema Paese in termini di incremento dei livelli occupazionali, di sviluppo complessivo del sistema industriale, di leadership tecnologica, di incremento della crescita e dunque delle entrate”.

In quest’ottica, tutelare la verità dei fatti e consentire ai cittadini di accedere a informazioni verificate, è fondamentale, oltre a rappresentare una delle nuove frontiere della difesa della libertà, ed “ è tanto più importante in un settore delicato come quello militare e di sicurezza ”.

Quindi, ha aggiunto Crosetto, “avvalersi del contributo della società civile, per favorire uno sguardo aperto che sommi alla capacità di analisi delle strutture militari quello di professionalità d’eccellenza, può rivelarsi una carta vincente”.

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