Luca Restivo - 14 novembre 2022
Forze armate, escluse dal superbonus edilizio del governo: ecco perché
Il reddito a 15.000 euro esclude le Forze armate dal superbonus, ma la specificità impone una deroga.
Nel decreto Aiuti quater non “viene rivolto nessun segnale di attenzione al Comparto Difesa e Sicurezza ”. Con queste parole di rammarico e di apprensione, Aspmi (Associazione sindacale professionisti militari) focalizza l’attenzione su un punto molto importante per l’intera Forza armata: l’esclusione dal superbonus edilizio per raggiungimento del tetto massimo di reddito previsto per accedere al beneficio.
Limite che viene sforato in seguito alle indennità che il personale percepisce. Proprio quello stesso personale del Comparto che da anni vive una situazione alloggiativa disastrosa, potendo contare solo sulle pochissime risorse che vengono stanziate.
Perché il provvedimento del governo Meloni taglia fuori i militari dal superbonus edilizio e perché Aspmi ha deciso di scrivere al ministro della Difesa Guido Crosetto affinché intervenga?
Superbonus edilizio e Forze armate: cosa prevede il decreto
Il decreto Aiuti, il quarto emanato quest’anno, ma il primo a firma Meloni, prevede che il superbonus edilizio passa dal 110 al 90% a partire dal 2023.
Nel provvedimento è prevista la riduzione dell’entità del bonus per i cantieri edilizi e un taglio del beneficio fiscale per i condomini. Inoltre, torna il bonus per le villette unifamiliari, con scadenza 31 marzo 2023 per i lavori già in corso e fino al 31 dicembre 2023 per chi ha un reddito di rifermento sotto i 15.000 euro lordi.
Aliquota al 110% prorogata per chi presenta la Cilas (Comunicazione di inizio lavori asseverata per il superbonus) entro il 25 novembre 2023.
Il bonus 110% per i condomini, ovvero sia gli edifici che hanno da 2 a 4 unità, scade il 31 dicembre 2022. Dal 2023, la detrazione fiscale per le spese sostenute scenderà al 90%; mentre per gli anni successivi restano previste le stesse tasse: bonus al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.
Corre l’obbligo precisare che le scadenze e le aliquote previste per il 2023 non sono valide per i condomini i cui lavori iniziano ufficialmente nelle prossime due settimane. La scadenza del 25 novembre, invece, si applica anche agli interventi di demolizione e di ricostruzione.
Superbonus edilizio: perché sono escluse le Forze armate
Il decreto Aiuti introduce il reddito di riferimento per accedere al superbonus per le villette unifamiliari.
Se da un lato il governo Meloni proroga il bonus (che sarebbe dovuto scadere il 31 dicembre 2022) anche nel 2023 (chi ha completato almeno il 30% dei lavori al 30 settembre 2022, si vedrà prorogato il bonus fino al 31 marzo 2023); dall’altro, invece, i militari sono tagliati fuori dal beneficio. Perché?
Nel caso delle abitazioni unifamiliari, se l’abitazione figura come prima casa della persona che commissiona i lavori, il superbonus al 90% ritorna ed è valido fino al 31 dicembre 2023. Per potervi accedere però c’è il vincolo del reddito che non deve superare i 15.000 euro all’anno.
Il limite esclude i militari che, nello svolgere attività di lavoro in Italia e all’Estero per la difesa della Patria, si vedono aumentare il reddito proprio in virtù delle indennità che vengono riconosciute per le missioni internazionali, operazione Strade Sicure e tutte quelle attività che garantiscono la sicurezza della Nazione.
Tutte queste attività, “vanno ad accrescere occasionalmente il reddito personale e quindi a superare il previsto tetto dei 15.000 euro utili per poter beneficiare della misura introdotta nel Decreto”.
Quindi: stipendio più alto, nessuna possibilità di rientrare nel superbonus edilizio.
Tetto a 15.000 euro per Forze armate: perché è un errore
L’errore in cui incappano i tecnici del Tesoro e del Dicastero della Difesa sta nell’equiparare la retribuzione del personale del Comparto Difesa e Sicurezza a quella degli impiegati del settore pubblico e privato. Infatti: “le due cose non possono essere paragonate e neppure trattate alla stessa maniera”.
La retribuzione del personale militare è “ peculiarità del Comparto come pure gli obblighi in tema di residenza che rimane non obbligatoria nella sede di servizio, allo scopo di soddisfare le esigenze di servizio e di impiego dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, così come dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza (per poter assicurare un impiego diuturno che non si rifletta sui nuclei familiari del personale)”.
Quello che Aspmi ritiene necessario è che venga prevista deroga al limite dei 15.000 euro, finalizzata anche alla esclusione dei tetti giuridici previsti e in questo l’Associazione auspica un intervento diretto del ministro Crosetto.
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