Esercito italiano: missioni all’estero 2023

Esercito italiano: missioni all'estero 2023

Tutto quello che c’è da sapere su quali sono le missioni italiane all’estero e quanti sono i militari impegnati.

L’Esercito italiano è impegnato nelle più importanti e delicate missioni all’estero anche per il 2023. Per molti militari le festività non sono state di relax, ma di lavoro sia per chi, in Italia, era impegnato nell’ambito dell’Operazione Strade
Sicure che coinvolge circa 5.000 militari, sia nelle missioni all’estero.

Infatti, le Forze armate (Esercito, Marina e Aeronautica) sono presenti in territorio straniero con oltre 7.000 militari dislocati in 35 missioni internazionali nell’ambito di coalizioni multinazionali, sotto l’egida dell’Onu, della Nato, dell’Unione europea o di accordi bilaterali.

I militari italiani, come riporta analisidifesa.it, sono dispiegati in 24 nazioni che vanno dalla regione Artica e dal Baltico verso sud attraverso il fianco Est dell’Alleanza Atlantica, dal Golfo Persico verso Ovest attraverso il Corno d’Africa e il Medio Oriente, il Mediterraneo, il Nord Africa, il Sahel fino al Golfo di Guinea e in Antartide.

Sul fianco Est della Nato, a protezione dell’Europa minacciata dal pericolo russo, oltre 1.250 militari italiani si trovano in Lettonia, Ungheria e in Bulgaria, in quest’ultima il nostro Paese ha la lead, con reparti dell’Esercito nell’ambito delle misure di enhanced Forward Presence (eFP) e di enhanced Vigilance Activity (eVA) della NATO.

In Romania una Task Force dell’Aeronautica è impegnata con i velivoli EF-2000 “Typhoon” nell’ambito della NATO enhanced Air Policing per la sorveglianza degli spazi aerei alleati.

Vediamo quali sono le missioni all’estero in cui è impegnato l’Esercito italiano nel 2023.

Missioni all’estero: l’impegno della Difesa

Il 2023 è iniziato con l’impegno delle nostre Forze armate nelle missioni all’estero, alcune delle quali sono ereditate dal 2022 e altre sono attive da anni in zone del mondo ad elevato rischio e di grande instabilità.

L’Esercito italiano è impegnato in uno sforzo operativo costantemente elevato, sia in Italia, che all’Estero nell’ambito del sistema di Sicurezza e di Difesa integrata nel contesto delle alleanze multinazionali e sovranazionali.

Attualmente, l’Esercito italiano guida le missioni in:

  • Iraq (NMI);
  • Kosovo (KFOR) - Joint Enterprise dal 12 giugno 1999 con la presenza dell’Arma dei Carabinieri presente con la Multinational Specialized Unit (MSU), della Missione EU in Somalia (EUTM), di EUNAVFORMED Irini nel Mediterraneo e di “EMASoH”, missione che opera nello Stretto di Hormuz.

La Difesa italiana è al comando del Settore Ovest di UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) in Libano, con 1169 militari, 368 mezzi terrestri e 7 mezzi aerei.

Esercito italiano: missioni all’estero 2023

L’Esercito italiano è impegnato in numerose missioni all’estero operando nelle aree più critiche del mondo quali:

  • Bosnia-Erzegovina EUROFOR Althea dal 2004;
  • Somalia EUTM (European Unione Training Mission) dal 7 aprile 2010;
  • Marocco (MINURSO) dal 1991;
  • Niger MISIN (Missione Italiana di Supporto in Niger) dal 2018;
  • Mali -EUTM (European Union Training Mission) dal 17 gennaio 2013;
  • Missione militare italiana in Libia (MIL) dal 26 settembre 2018;
  • Missione in Lettonia - Task Group Baltic dal 2017;
  • Missione in Ungheria - Operazione “ENHANCED VIGILANCE ACTIVITY (eVA)”;
  • Missione in Bulgaria - Nato Battle Group “Enhanced Vigilance Activity” da agosto 2022;
  • Due missioni di pace in Libano con l’Onu (Unifil) dal 2006 e bilaterale (MIBIL) dal 2015; bilaterale italiana (MIBIL) dal 2015;
  • Iraq e Kuwait - Operazione “Prima Parthica”/ “Inherent Resolve” dal 2014.

Le missioni Joint-Combined sono condotte dallo Stato Maggiore della Difesa per il tramite del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI). A questi impegni si aggiunge il dispiegamento di personale specializzato per ulteriori esigenze in ambito internazionale e il mantenimento della prontezza operativa per i reparti facenti parte delle Forze di Reazione Rapida della NATO.

La spiccata versatilità e l’elevata professionalità della componente terrestre delle Forze armate consentono al nostro Esercito di rispondere alle esigenze del Paese in ogni circostanza.

Missioni all’estero: i numeri

Come si legge dagli ultimi dati disponibili in Parlamento il maggior numero di missioni è presente nel continente africano, ma con riferimento alla consistenza numerica delle unità impiegate nei diversi teatri operativi, il maggior numero di militari autorizzato era in Asia con la missione in Afghanistan chiusa il 29 giugno 2021.

Per quanto riguarda l’Europa, le missioni che impegnano il maggior numero di militari italiani sono:

  • Missione NATO Joint Enterprise nei Balcani (638 unità, 230 mezzi terrestri e un mezzo aereo);
  • Missione dell’Unione europea denominata EUNAVFORMED Irini (596 unità, due mezzi navali e 3 mezzi aerei).

Segue la missione Unifil in Libano (1.000 unità, 127 mezzi terrestri e 66 mezzi aerei) e la partecipazione alla coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (900 unità, 84 mezzi terrestri e 11 mezzi aerei).

In Africa, la presenza italiana è più massiccia in Libia (400 unità, 69 mezzi terrestri, 2 mezzi aerei e mezzi navali tratti nell’ambito della missione " Mare sicuro").

Per garantire la sicurezza nel Golfo di Guinea sono presenti 394 unità di personale militare, due mezzi navali e due mezzi aerei. La missione UE antipirateria denominata ATALANTA dove gli assetti sono rappresentati da 388 unità di personale militare, 2 mezzi aerei e 4 mezzi navali.

Per quanto riguarda, in generale l’area del Mediterraneo centrale, a sostegno di Mare Sicuro, l’Italia partecipa con 754 unità di personale militare e con l’impiego di 6 mezzi navali e 8 mezzi aerei.

Infine, nell’ambito della partecipazione del personale militare italiano al potenziamento di dispositivi NATO, la consistenza più rilevante riguarda il dispositivo per la presenza in Lettonia (238 unità di personale militare e 135 mezzi terrestri) e la missione per la sorveglianza navale dell’area sud dell’Alleanza (235 unità di personale militare, un mezzo aereo e due mezzi navali più una on call).

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