L’Esercito Italiano al servizio della Capitale? Sì, ma non per riparare le buche

L'Esercito Italiano al servizio della Capitale? Sì, ma non per riparare le buche

Un recente emendamento promosso dal M5S prevede l’utilizzo del Genio militare come manovalanza per il rifacimento del manto stradale della città di Roma; saranno tutti d’accordo?

Le buche della città di Roma sono note in tutto il mondo tanto più che sono arrivate a far “perdere la testa” allo 007 di Daniel Craig nel corso delle riprese del suo ultimo film proprio nella Capitale.

Noi romani ormai non ci stupiamo più sulle condizioni delle nostre strade, soprattutto dopo ogni ennesimo acquazzone che si abbatte sulla città eterna e che rende il manto stradale peggio di una fetta di groviera, costringendo gli automobilisti ad uno slalom estremo e i pedoni a recarsi sempre più spesso al Pronto Soccorso a causa di lesioni e fratture causate dal dissesto del manto stradale.

Ebbene il movimento che fa capo alla sindaca Raggi, il Movimento 5 Stelle, ha avuto l’idea di utilizzare come manovalanza al rifacimento del manto stradale l’Esercito Italiano.

Da dove arriva questa proposta?

Sin dal 2014 Carlo Rienzi, presidente del CODACONS, attraverso un post su Facebook chiedeva l’intervento dell’Esercito Italiano attraverso queste parole:

“Considerata l’incapacità dell’amministrazione di risolvere definitivamente il problema della manutenzione stradale a Roma, chiediamo l’intervento dell’Esercito, che si rende necessario in questi giorni di allerta maltempo per ripristinare con urgenza il corretto stato dell’asfalto ed eliminare le situazioni di particolare pericolo per gli utenti delle strade”

Il M5S cercando di andare incontro alle esigenze dei cittadini aveva proposto un emendamento del Governo alla manovra economica il quale avrebbe messo a disposizione una serie di fondi destinati per l’appunto al rifacimento del manto stradale romano andando ad utilizzare come manovalanza l’Esercito Italiano.

Questo emendamento non è stato ovviamente creato dal giorno alla notte bensì sin da quest’estate si erano riuniti al fine di trovare un’ipotetica soluzione l’assessora capitolina ai Lavori Pubblici, Margherita Gatta, il vice capogruppo M5S in Campidoglio, Giuliano Pacetti, il deputato pentastellato Francesco Silvestri e il viceministro Laura Castelli.

Lo stanziamento sarebbe stato di 40 milioni di euro per l’anno che verrà, 20 milioni di euro per il 2020 e altri 5 milioni di euro destinati all’Esercito per l’acquisto dei macchinari necessari.

La sindaca Virginia Raggi aveva definito l’operazione come “una grande vittoria per Roma e per i romani. Il Governo sta mantenendo le promesse, ha stanziato i fondi per il rifacimento delle strade, chiaramente è solo l’inizio“.

Saranno tutti d’accordo?

Non sono mancate ovviamente le polemiche da parte dei gruppi politici avversari. La Meloni per esempio ha commentato:

“I militari, che possono essere impiegati in attività di questo tipo unicamente in caso di eventi eccezionali come terremoti o alluvioni, saranno costretti a scendere in campo per rimediare all’incapacità dell’amministrazione grillina.”

A questa proposta di emendamento anche il Partito per la tutela dei Diritti dei militari ha protestato invitando i Parlamentari stessi ad andare a tappare le buche di Roma sostenendo che “il Genio militare non è l’Anas”.

A tal proposito il segretario generale del Partito per la tutela dei Diritti dei militari, Luca Marco Comellini, ha postato su Facebook:

“Come sindacato dei militari sono indignato: utilizzare i militari per riparare le buche sulle strade di Roma offende la loro professionalità. Ricordo a Raggi e al ministro Trenta che i militari sono altro. Perché le buche nelle strade di Roma non le vanno a riparare i parlamentari italiani? Una nutrita squadra: il Movimento 5 Stelle ha 220 deputati e 109 senatori, 329 persone messe a lavorare sulle strade di Roma riparerebbero tutte le buche in brevissimo tempo. Volete il cambiamento? Fatevi vedere in mezzo alle strade che lavorate per i cittadini.”

Il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha affermato però che non verranno utilizzati membri dell’Esercito per il rifacimento del manto stradale di tutta la città di Roma ma esclusivamente per quelle strade ad alto scorrimento e con un alto tasso di mortalità che versano in una vera e propria situazione d’emergenza.

Andando a dichiarare lo stato di emergenza per la capitale però significherebbe per la pentastellata a capo della città eterna andare ad evidenziare l’incapacità di del Governo stesso di risolvere il problema “buche”. Siamo sicuri che sia la strada migliore da prendere?

La sottosegretaria Laura Castelli per calmare le acque fin troppo agitate ha già spiegato che l’emendamento è in fase di riscrittura.

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