Luca Restivo - 28 luglio 2022
Buste paga, ecco la soluzione per aumentarle: svantaggiate ancora le forze dell’Ordine?
Il governo sta pensando al taglio del cuneo fiscale per aumentare il netto in busta paga. Il tetto per accedervi esclude nuovamente il personale in divisa.
Il governo Draghi, in carica solo per gli affari correnti in vista delle elezioni politiche 2022, sta ultimando il Decreto Aiuti bis.
Dall’incontro tra l’esecutivo e le principali sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil è emersa la volontà a non raddoppiare il bonus 200 euro, erogato tra giugno e luglio, e che inizialmente si pensava di bissare per agosto e settembre.
Verrà aumentata, però, la platea, infatti a luglio beneficeranno dell’una tantum chi in prima battuta è rimasto escluso: precari della scuola, agricoltura, stagionali.
“È importante - ha sottolineato Maurizio Landini della Cgil - che il governo si sia impegnato ad erogare il bonus 200 euro di luglio anche a quei lavoratori che erano stati esclusi”.
Se il bonus 200 euro rimarrà una tantum, al suo posto si pensa ad una soluzione per aumentare le buste paga degli italiani alle prese con inflazione e rincari.
Il bonus 200 euro potrebbe essere sostituito con una decontribuzione per aumentare il netto in busta paga, che dovrebbe valere fino alla fine del 2022.
Le risorse messe a disposizione per il decreto sono pari a 14,3 miliardi di euro e verranno investite per combattere il caro bollette, carburante, aiuti alle imprese e aumenti sugli stipendi. Ecco come.
Buste paga: ecco come aumentarle
Per aumentare le buste paga degli italiani si pensa al raddoppio della decontribuzione con un nuovo taglio del cuneo fiscale.
I dettagli sono ancora in fase di limatura, ma probabilmente la soglia d’accesso sarà la medesima che si è usata per il bonus 200 euro, ovvero 35mila euro lordi di reddito annuo. Le indiscrezioni rivelano che in taglio dello 0,8% sarà per i redditi fino a 35mila euro, e si va ad aggiungere allo 0,8 di riduzione del cuneo già in vigore per tutto il 2022 per la stessa platea. Si punterebbe però almeno all’1% aggiuntivo di taglio.
La sforbiciata dovrebbe rimanere in vigore da luglio a dicembre 2022. Se si intenderà prorogare o meno la misura, sarà il nuovo esecutivo a deciderlo.
Il taglio del cuneo salirebbe così in busta paga fino al 1,6% o nella migliore delle ipotesi all’1,8% (ma non è neppure escluso che alla fine l’entità del taglio sarà minore), riporta Today.it.
A beneficiare di un aumento in busta paga saranno anche i pensionati. Il governo, infatti, è intenzionato ad anticipare gli aumenti che altrimenti scatterebbero nel 2023, quando ci sarà la rivalutazione delle pensioni, adeguandole all’inflazione e tenendo conto dei rincari.
Se l’inflazione è al 6,8% e un pensionato percepisce 1.000 euro al mese, stando all’aumento, andrebbe a ricevere 68 euro lordi in più nella sua pensione.
Indicizzazione, rivela il Sole 24Ore, potrebbe essere calcolata sull’inflazione dei primi sei mesi dell’anno, più contenuta rispetto all’attuale che è arrivata a +7,3%.
Aumento buste paga: penalizzate le Forze dell’Ordine?
Se l’intenzione è quella di attuare il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro, allora in quel caso la stragrande maggioranza del personale delle Forze dell’Ordine sarebbe tagliata fuori dal beneficio, così com’è stato per molti con il bonus 200 euro.
Se le intenzioni verso cui si muove il governo sono quelle di mantenere le stesse regole applicate per l’erogazione dell’una tantum, tra il personale in divisa c’è una grossa fetta che percepisce più di 2.692 euro al mese (limite fissato per ottenere il bonus).
Anche queste categorie, sopra i 35.000 euro, così come le altre, sono toccate dall’inflazione e risentono dell’aumento del costo della vita (qui approfondimento) e non sarebbe giusto se venissero escluse da una misura a cui hanno diritto a beneficare anche loro.
Abbiamo già evidenziato come gli aumenti salariali non riescano di certo a fronteggiare le spese, specie se parliamo di una famiglia con figli, e abbiamo illustrato come gli stipendi stiano andando in fumo, tredicesima compresa.
Quindi, quello che servirebbe è allargare la platea, anche ai +35.000 euro l’anno, per far sì che tutti possano beneficiare del taglio del cuneo fiscale, perché nessuno resti indietro.
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