Luca Restivo - 4 agosto 2022
Approvata la Riforma delle Forze armate: ma alla Marina servono risorse subito


Per il delegato Co. Ce. R. Marina Ciavarelli, la riforma precarizza le Forze armate
Il Senato ha approvato la Riforma del modello delle Forze armate. La legge delega al governo la revisione delle Forze armate interamente professionali, e proroga fino al 2033, e non più al 2024, il termine per la riduzione delle dotazioni organiche complessive a 150mila unità.
“Un grande risultato, frutto di due anni di lavoro e confronto, ottenuto grazie all’impegno unanime di tutti i gruppi parlamentari e del governo, e in particolare delle commissioni Difesa di Camera e Senato” ha dichiarato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.
Tuttavia, il delegato Co. Ce. R. della Marina-Guardia Costiera, Antonello Ciavarelli non è d’accordo con quanto stabilito, ribadendo, come riporta Infodifesa.it, che la Marina ha bisogno di personale subito.
Riforma Forze armate: in cosa consiste
Il provvedimento servirà ad:
- Abbattere il periodo di ferma per l’accesso al servizio permanente dagli attuali 11 anni a 6 anni;
- Ridurre i limiti di età per l’ingresso alle carriere iniziali;
- Inserire una delega al Governo per la revisione dello strumento militare che, tra l’altro, consentirà, in linea con l’evolversi del quadro geopolitico internazionale, l’incremento delle dotazioni organiche complessive fino a un massimo di 10.000 unità di personale militare altamente specializzato nei settori tecnico-logistici e sanitario;
- Istituire la riserva ausiliaria dello Stato;
- Dare vita alla riforma della sanità militare, introducendo la possibilità di intervenire con misure di flessibilità nelle dotazioni delle singole forze armate in relazione alle esigenze operative di un moderno strumento militare.
Riforma Forze armate: nuove norme di reclutamento
Il testo pone l’accento anche sul reclutamento iniziale nelle Forze armate dei volontari e la rideterminazione delle dotazioni organiche stabilite dalla legge n. 244 del 2012 (la legge Di Paola) in riferimento all’Esercito, alla Marina (escluso il Corpo delle capitanerie di porto) e all’Aeronautica.
Con l’approvazione della legge sulla Revisione dello strumento militare si supera, di fatto, la legge n. 244 che prevedeva di:
- Contrarre del 30% le strutture operative, logistiche, formative, territoriali e periferiche della Difesa;
- Ridurre entro il 2024 il personale militare delle tre Forze armate a 150mila unità;
- Ridurre entro il 2024 le dotazioni organiche del personale civile della Difesa a 20mila unità;
- Riequilibrare il Bilancio delle risorse per la “Funzione difesa” ripartendolo al 50% per il settore del personale, 25% per l’esercizio e 25% per l’investimento.
Con la legge attuale invece si punta a creare una Forza armata di professionisti, iniziata un decennio fa con le riforme per il comparto Difesa che vanno dalla già citata professionalizzazione, all’introduzione del servizio militare femminile, fino alla ristrutturazione dei vertici militari.
Riforma Forze armate: le dichiarazioni del delegato Co. Ce. R. Marina
Come riporta Infodifesa.it, il delegato Co. Ce. R. della Marina-Guardia Costiera, Antonello Ciavarelli ha ribadito che “ la Marina ha bisogno di personale per navigare e non può aspettare che le riduzioni continuino per altri 10 anni”.
In risposta a questo, prosegue il delegato, “viene istituita una ferma iniziale di 3 anni, anziché di un anno e con i risparmi della riduzione del personale in servizio permanente, si pagheranno fino a 10.000 precari triennali in più ”.
I precari, aggiunge Ciavarelli, “saranno sottopagati e senza orario di lavoro”. Nel frattempo, i vertici dei Corpi tecnici “prendono la terza stella, mentre per alcuni gradi dei ruoli “bassi” vi è un bel cambiamento di denominazione in “Aiutanti””.
Tutto questo, sostiene Ciavarelli è stato deciso “senza che il Co. Ce. R. sia stato audito così come previsto per legge e come richiesto con delibera. Per non parlate della instabilità morale che avrà un esercito di precari, mentre i marescialli anziani continueranno a sacrificarsi fino alla pensione”.
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