Test di Mantoux per i concorsi: come funziona e accorgimenti

Test di Mantoux per i concorsi: come funziona e accorgimenti

Il test di Mantoux è il più utilizzato per accertare un’infezione da tubercolosi. Può essere richiesto anche in ambito dei concorsi pubblici per le Forze Armate e di Polizia; ecco come funziona.

Cos’è il test di Mantoux?

Quando ci si iscrive ad un concorso pubblico per le Forze Armate e di Polizia bisogna preparare un’opportuna documentazione da presentare poi al momento delle visite mediche.

Tra la documentazione sanitaria da presentare c’è uno dei seguenti test: TINE test, intradermoreazione di Mantoux o Quantiferon test. In questa guida vogliamo parlarvi del secondo, ovvero il test più utilizzato per accertare un’eventuale infezione tubercolare.

Come prima cosa dovete sapere che il test deve essere fatto con un massimo di tre mesi di anticipo dalla data del concorso; quindi prima di farlo è necessario essere a conoscenza del giorno in cui dovrete sostenere le visite.

Per farlo poi dovrete prendere appuntamento presso un’Asl o struttura ospedialiera, presentando l’impegnativa del medico curante debitamente compilata e la tessera sanitaria.

Vediamo quindi come funziona il test di Mantoux, e quali accorgimenti bisogna prendere per far sì che il risultato non venga alterato.

Come funziona il test di Mantoux

Il nome test di Mantoux deriva dal medico che lo ideò; si tratta un semplice iniezione di tubercolina PPD (individuata intorno agli anni ‘30 dalla biochimica americana Florence Seibert) con la quale il test viene ritenuto più affidabile rispetto a quello originale nel quale veniva iniettata della semplice tubercolina.

L’intradermoreazione di Mantoux è un test molto semplice: al paziente viene iniettata per via intradermica (quindi nello spessore del derma) una piccola quantità di tubercolina PPD così da individuare eventuali infezioni in atto, o anche malattie latenti e asintomatiche.

L’iniezione non è dolorosa, inoltre non trattandosi di analisi del sangue non è necessario che il test di Mantoux venga eseguito a stomaco vuoto. È bene sottolineare però che una volta avvenuta l’iniezione sull’avambraccio si crea un piccolo rilevamento pomfoide sulla pelle che però non va né coperto con un cerotto, né tantomeno bagnato; ecco perché nel periodo che va dall’iniezione al controllo del medico che rileva il risultato del test, non bisogna lavare la zona di inoculazione, altrimenti l’esito potrebbe essere alterato.

Risultato

Dopo l’iniezione devono passare dalle 48 alle 72 ore, così che il paziente possa nuovamente ripresentarsi al controllo dell’avambraccio; nel dettaglio, il medico valuterà se in seguito all’iniezione di tubercolina sono insorte delle particolari reazioni, come ad esempio la comparsa di una chiazza di colore rosso e un indurimento dermico.

In tal caso il test avrebbe risultato positivo e di conseguenza il medico dovrà eseguire delle nuove analisi più approfondite al fine di accertare l’effettiva presenza dell’infezione. Ad esempio può procedere con una radiografia così da accertare l’eventuale presenza di granulomi o tubercoli a livello polmonare, oppure eseguire una broncoscopia.

Se invece sull’avambraccio non si verifica alcun indurimento il test è negativo. Lo stesso avviene se la macchia rossa e indurita insorta sulla pelle è molto piccola, inferiore ai 2 millimetri.

Nel caso in cui invece il diametro avesse delle dimensioni comprese tra i 2 e i 4 millimetri allora il risultato del test di Mantoux sarebbe dubbio; ciò significa che andrà ripetuto a distanza di qualche mese.