Riduzione Irpef per Forze Armate e di Polizia: in arrivo il decreto

 Riduzione Irpef per Forze Armate e di Polizia: in arrivo il decreto

Via alla riduzione Irpef per le Forze Armate e di Polizia con reddito inferiore ai 28.000€; sarà però sul solo trattamento accessorio (comprensivo delle indennità di natura fissa e continuativa).

È in arrivo il decreto del Consiglio dei Ministri con il quale verrà data attuazione di quanto stabilito dal riordino delle carriere in merito alla riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef).

Nel dettaglio, il decreto legislativo 95/2017 (“Nuove disposizioni in materia di revisione dei ruoli delle Forze di Polizia”), nell’articolo 35 II comma, ha stabilito che per il personale in divisa con reddito non superiore ai 28.000€ (una minoranza quindi) bisognerà procedere con una riduzione Irpef, nonché delle addizionali regionali e comunali, per il trattamento accessorio, comprensivo delle indennità di natura fissa e continuativa.

Si tratta di una novità nota dall’approvazione del riordino delle carriere, ma di cui si è tornato a parlare solamente in questi giorni visto che da parte dello Stato Maggiore dell’Esercito (I Reparto Affari Giuridici ed Economici) è arrivata la notizia che il decreto con il quale sarà decisa la misura della riduzione Irpef e le modalità di attuazione di questa disposizione è ormai pronto per essere approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Riduzione Irpef per le Forze Armate e di Polizia: necessario il decreto del CdM

Nel testo del riordino delle carriere di Forze Armate e di Polizia ci si limita a stabilire che “al personale delle Forze di Polizia e delle Forze Armate titolare di reddito complessivo di lavoro dipendente non superiore, in ciascun anno, a 28.000€” va riconosciuta sul trattamento economico accessorio - comprensivo delle indennità di natura fissa e continuativa, una riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali.

Spetta al Consiglio dei Ministri approvare un decreto con il quale si stabiliscono modalità e misura della riduzione, per la quale sono stati stanziati 53 milioni di euro già per il 2018.

A tal proposito ricordiamo che oggi l’aliquota Irpef per i redditi fino a 28.000€ è pari al 27% (ma per la quota inferiore ai 15.000€ è del 23%) e che resterà tale sulla retribuzione fissa mentre varierà per il trattamento accessorio.

Come riportato dallo Stato Maggiore della Difesa, l’iter che porterà all’approvazione del decreto sta andando avanti: il vertice Interforze, ad esempio, ha ormai definito il numero complessivo del personale delle Forze Armate interessato (in totale sono 66.856 militari), così come le Forze di Polizia.

Anche il decreto è pronto: il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, infatti lo ha inviato alle altre amministrazioni interessate per ottenere il loro consenso, così da presentare il tutto al Consiglio dei Ministri dove il provvedimento verrà approvato.

Chi riguarda la riduzione Irpef

Come anticipato la riduzione Irpef riguarderà solamente una minoranza del personale delle Forze Armate e di Polizia, specialmente gli appartenenti ai gradi inferiori. Questo perché con l’avanzare di carriera il reddito solitamente è più alto dei 28.000€ previsti dalla suddetta disposizione.

Si tratta comunque di un provvedimento importante perché, ad esempio, andrà a ridurre il differenziale di 4 punti parametrali del 1° Caporal Maggiore, così come gli 8 punti dei Caporal Maggiore Capo Scelto; allo stesso tempo ci saranno vantaggi anche per gli stipendi dei VFP1 e dei VFP4, poiché questi guadagnano rispettivamente il 64% e il 74% di quanto percepito da 1° Caporal Maggiore.

Questo provvedimento quindi si rivolge principalmente ai giovani, coloro che hanno un reddito più basso. L’intenzione dei Co.Ce.R. (svelata dal dottor Marco Votano ad Infodifesa.it) che hanno spinto affinché questa disposizione fosse contenuta nel riordino, infatti, è stata quella di tutelare gli stipendi più bassi i quali a causa delle maggiori entrate previste con l’aumento dei parametri stipendiali disposti con il riordino delle carriere e con la stabilizzazione del bonus sicurezza rischiavano di perdere la defiscalizzazione meglio conosciuta come “bonus 80 euro”.