Quanto guadagna un VFP4 nell’Esercito?

Quanto guadagna un VFP4 nell'Esercito?

I volontari in ferma quadriennale non percepiscono uno stipendio, bensì una paga giornaliera con la quale non è riconosciuta neppure la tredicesima.

Qual è lo stipendio dei VFP4 arruolati nell’Esercito italiano? Risponderemo a questa domanda nel prosieguo dell’articolo dove andremo ad approfondire la retribuzione riconosciuta a coloro che prestano servizio volontario in ferma quadriennale all’interno delle Forze Armate.

Prima di vedere qual è la retribuzione prevista per i VFP4 è importante ricordare che questi una volta vinto il concorso necessario per arruolarsi (al quale possono partecipare solamente coloro che hanno prestato servizio come VFP1) conseguono il grado di Caporale, mentre al 18° mese dall’ammissione si sale al grado di Caporal Maggiore.

Dalla rafferma biennale, poi, i VFP4 potranno ottenere il grado di 1° Caporal Maggiore; quindi, per capire quanto si guadagna in questi quattro anni, basta vedere quanto ha stabilito in merito il nuovo riordino delle carriere delle Forze Armate.

Quanto guadagna un VFP4 nell’Esercito?

Partiamo con il dire che lo stipendio dei VFP4 è da tempo oggetto di polemiche; secondo la maggior parte dei volontari in ferma prefissata quadriennale, infatti, lo stipendio da loro percepito è troppo basso per quello che il lavoro svolto.

Il problema non è solo legato alla retribuzione fissa riconosciuta durante i periodi di normale servizio, quanto quella prevista per le missioni nazionali (tipo per l’emergenza terremoto); in questi casi, infatti, i militari volontari vengono pagati con notevole ritardo e con un netto di molto inferiore al lordo vista la tassazione applicata.

Ma quando guadagna quindi in media un VFP4 nell’Esercito italiano? Intanto è importante sottolineare che il VFP non percepisce uno stipendio, bensì una paga. Questa differisce dal primo poiché è giornaliera e non prevede il pagamento della tredicesima. Ed è per questo, ad esempio, che la paga varia di mese in mese a seconda dei giorni di servizio.

Nei primi due anni, quindi, la paga è giornaliera è pari a:

  • 37,36€ (imponibile Irpef);
  • 40,97€ (imponibile Indpap).

Dopo la rafferma biennale, invece, la retribuzione diventa non più giornaliera ma annuale, per un importo totale lordo di 18.176,68 euro (per dodici mensilità). È importante sottolineare, però, che il 1° Caporal Maggiore ha diritto alla tredicesima.

In media comunque un Caporale (nei primi 18 mesi) e un Caporal maggiore (per i successivi due anni e mezzo) percepisce uno stipendio netto che oscilla dai 1.050 ai 1.150 euro (a seconda delle tasse comunali). Bisogna sottolineare però che su queste cifre influisce il bonus Renzi di 80€, riconosciuto a coloro che hanno un reddito annuo inferiore ai 24.600€.

Dopo la rafferma biennale e con la nomina a 1° Caporale Maggiore, invece, la retribuzione aumenta fino ad arrivare a circa 1.400 euro netti.

Troppo bassi gli stipendi dei VFP4

Insomma, per i primi 5 anni di servizio nell’Esercito (VFP1 + VFP4 prima della rafferma biennale) si arriva a prendere uno stipendio che difficilmente supera i 1.100 euro mensili. Lo stipendio può aumentare poi in caso di ruoli speciali; ad esempio per gli alpini ci sono circa 50 euro in più sullo stipendio mensile, mentre i paracadutisti circa 100 euro.

A questo poi bisogna aggiungere che nella paga dei volontari nelle Forze Armate non è compresa neppure la tredicesima, il compenso aggiuntivo riconosciuto al personale militare in servizio permanente nonché alla maggior parte dei lavoratori subordinati (e non solo nella pubblica amministrazione).

Senza dimenticare che - come anticipato in precedenza - in caso di missione nazionale (con la quale viene riconosciuta una paga maggiorata in base al servizio svolto) spesso ci sono ritardi nei pagamenti, con le retribuzioni che possono arrivare anche un anno dopo dalla data in cui si è svolto servizio.

Inoltre bisogna aggiungere il discorso legato agli straordinari, riconosciuti solo per un’ora ogni tre per i VFP.

Questi poi non beneficiano neppure del versamento dei contributi ai fini del TFS; sono loro, infatti, a dover riscattare il periodo di impiego come volontari pagando di tasca propria.

Non si può negare quindi che quello dei VFP1 e dei VFP4 sia un ruolo che non viene valorizzato abbastanza dal lato economico; la speranza è che in futuro le cose possano cambiare così da fare in modo che le paghe siano adeguate al servizio svolto e all’orario di lavoro dei giovani militari.

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